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Borse Asia-Pacifico, indici in calo, pesano dati Cina e Giappone

Investitori cinesi seguono sui computer l'andamento del mercato azionario, a Shanghai. REUTERS/Aly Song

(Reuters) - I mercati dell'area Asia-Pacifico sono oggi in calo, dopo che i deboli dati sull'economia cinese e giapponese hanno alimentato i timori di rallentamento della crescita globale, riducendo l'appetito degli investitori per il rischio.

L'indice MSCI, che non comprende Tokyo, alle 8,53 perde l'1,64%. L'indice giapponese Nikkei ha chiuso in perdita di oltre il 2,5%, dopo che ieri aveva guadagnato invece il 7,7%.

Ieri Wall Street ha chiuso negativa, e sono negative anche le previsioni sull'apertura delle borse europee oggi.

L'ultima risposta di politica monetaria ai crescenti rischi globali è arrivata oggi dalla Reserve Bank of New Zealand, che ha tagliato il tasso di riferimento di 25 punti base a 2,75%, segnalando che ricorrerà a nuove misure espansive se l'economia cinese dovesse rallentare ulteriormente.

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L'inflazione cinese è salita in agosto, ma i prezzi alla produzione sono invece calati per la quarantaduesima volta consecutiva, segno che la deflazione resta un rischio significativo per la seconda economia globale.

Il dato sugli ordini industriali giapponesi, in calo inatteso per il secondo mese consecutivo, segnala inoltre che l'economia cinese ha difficoltà a tornare in crescita dopo la contrazione nel secondo trimestre.

HONG KONG perde oltre il 2,6%, mentre prevalgono le prese di profitto dopo il rally degli ultimi due giorni. Pochi i segni di vendita da panico, dopo che ieri il premier cinese Li Keqiang ha cercato ieri di rassicurare i mercati globali che Pechino è in grado di mantenere sui giusti binari l'economia e di controllare le borse. Prada perde l'1,3%. SHANGHAI ha chiuso in ribasso dell'1,45%.

SYDNEY ha concluso la seduta a -2,18%, sull'onda di Wall Street e dei timori provocati dai dati di Cina(il mercato più importante per l'export australiano) e Giappone, lasciando praticamente inosservato invece il lieve miglioramento dei dati sul posto di lavoro in Australia.

Per il 2015 l'indice è negativo del 5,5%, avvicinandosi così alla peggiore performance dal 2011.

"Penso che i timori per la Cina siano ancora ben presenti", dice Damien Boey, equity strategist di Credit Suisse. "Non sono solo le banche australiane, sono le banche del mondo sviluppato che risentono delle preoccupazioni per la Cina".

SINGAPORE, chiusa domani per le elezioni, perde oltre l'1,2%, dopo che ieri ha invece toccato i massimi da oltre una settimana. A cedere terreno oggi è stato soprattutto il settore immobiliare, dopo un outlook negativo sui prezzi.

TAIWAN ha limitato le perdite allo 0,2% in chiusura, mentre SEUL è la piazza migliore in Asia, chiudendo a +1,44%, ai massimi delle ultime tre settimane, grazie in particolare agli acquisti di titoli a sconto. In luce il settore delle costruzioni navali, dopo l'accordo sindacale alla Samsung Heavy Industries. Continua invece l'uscita degli investitori stranieri, e scende la moneta locale, il won.

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