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Cipro, il piano di aiuti della Troika manda in panico gli abitanti e i mercati

Ad aspettare, se l'aspettavano, ma non di queste dimensioni. Il piano di salvataggio di Cipro, atteso per la fine di marzo, ha mandato completamente nel panico gli abitanti dell'isola. Perchè gli accordi presi tra il governo cipriota, l'Unione europea e il Fondo monetario internazionale prevedono il prelievo forzoso del 6,75% sui risparmi dei cittadini fino a centomila euro e del 9,9% sui patrimoni superiori a centomila euro.

Nemmeno si è diffusa la notizia sabato che c'è stato l'assalto ai bancomat per ritirare i propri risparmi, ma le autorità avevano già pensato a tutto e così tutti gli istituti bancari sono stati autorizzati a chiudere "per ferie" fino a mercoledì. Disposizione inviata dalla Banca Centrale di Cipro che ha obbligato inoltre le banche a vietare ogni tipo di trasferimento e i pagamenti dei loro clienti, per evitare la fuga di capitali all'estero.

Oggi, intanto, il governo di Nicosia, con a capo il leader conservatore Nicos Anastasiades, voterà in Parlamento per approvare l'accordo raggiunto con la Troika per ottenere un ulteriore piano di aiuti di circa 10 miliardi di euro.
Al piano di aiuti dovrebbe partecipare anche la Russia, molto preoccupata per le sorti di Cipro. Secondo recenti fonti dei servizi segreti tedeschi, aveva puntato su Cipro come proprio paradiso fiscale, con il consenso del governo di Nicosia che, per evitare il default senza il sostegno della Troika, avrebbe ottenuto dal Cremlino un prestito da 2,5 miliardi.

La scelta del prelievo forzoso mette in allarme non solo i risparmiatori, ma anche i mercati: "A Cipro nessun risparmiatore straniero sano di mente continuerà a conservare i suoi soldi in un sistema bancario che ha appena imposto un prelievo forzoso del 10% senza preavviso". Lo ha affermato lo strategist di Jefferies, David Zervos, definendo questa nuova mossa del governo cipriota come di una "guerra nucleare ai risparmi e al benessere" della gente.
C'è però chi definisce questa mossa, seppur sbagliata, inevitabile: negli ultimi anni, infatti, il sistema bancario cipriota aveva emesso prestiti per cifre otto volte superiori al prodotto interno lordo del paese. E la sua economia è strettamente legata a quella greca, anch’essa sotto gli effetti dei piani di salvataggio dell’Unione europea.

Nel frattempo, la risposta dei mercati è totalmente negativa: apertura in rosso per tutte le principali Piazze europee, preoccupate che la strategia di Nicosia possa diventare un precedente per tutti i Paesi dell'Eurozona a rischio default. E mentre si attende il voto del Parlamento sulla "opzione meno dolorosa", come definita dal premier Anastasiades, lo spread supera i 335 punti.