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Dove lavorare in Europa: i Paesi e i settori che offrono maggiori possibilità

Dove lavorare in Europa: i Paesi e i settori che offrono maggiori possibilità

Nonostante la crisi e il maggiore tasso di disoccupazione mai registrato in Europa, nel terzo trimestre 2012 (luglio-settembre) 1,7 milioni di posti di lavoro restavano vacanti, questo secondo il rapporto reso noto ieri dalla Commissione Europea. I settori nei quali si registrano i maggiori segnali di ripresa sono amministrazione, insegnamento, imprese, sanità e ingegneria.

Attualmente sul portale Eures, il numero di offerte di lavoro è sceso drasticamente, a 1.365.925 posti di lavoro. È interessante fare una mappa di quelli che sono i Paesi maggiormente in salute nell’Europa dei 27. Il baricentro è ovviamente tutto quanto spostato sui Paesi del Centro-Nord, mentre i numeri dei paesi mediterranei non fanno altro che confermare una grande sofferenza e la difficoltà nell’imbastire un’exit strategy per smarcarsi dalla crisi. L’Italia, per esempio, dove risiedono il 12,33% degli abitanti europei offre appena lo 0,86% delle possibilità dell’intero database comunitario.

Il rapporto fra popolazione e offerte di lavoro non è da assumere come dato assoluto, ma di certo è un utile termometro di quella che è la situazione economica dell’Ue 27.

Prendiamo la Germania, il Paese più popolato d’Europa con il 16,40% ha un’offerta che percentualmente è ancora superiore e che arriva fino al 19,96%. Il Regno Unito ha il 12,33% di abitanti, ma nel database dell’Eures spadroneggia con il 44,94% dei posti vacanti. La Spagna è la grande nobile decaduta, i dati Eures sono assolutamente impietosi con lo 0,14% delle offerte a fronte di un 9,17% di abitanti. Anche l’Irlanda, fra gli anni Novanta e Zero, meta ambitissima dai giovani di tutto il mondo, è in sofferenza: appena lo 0,34% delle offerte pur contando sullo 0,89% degli abitanti.

Nel momento in cui tutti scappano da Atene e dalle grandi città della Grecia, 3808 offerte restano da cogliere sul portale Eures: sono lo 0,27% del totale in un Paese che rappresenta  il 2,25% degli abitanti europei. 

Inutile dire come le performance migliori vengano fatte registrare nei Paesi scandinavi o, comunque del Nord Europa: sono danesi il 3,43% delle offerte disponibili, a fronte dell’1,1% di abitanti, in Finlandia l’1,63% delle offerte e l’1,06% della popolazione, in Svezia il 3,32% degli annunci e l’1,85% degli abitanti. Al Nord ci sono più occasioni, certo, ma c’è una cultura del lavoro maggiormente educata al reclutamento istituzionale e alle assunzioni tramite canali formali.

Fra i grandi malati d’Europa non abbiamo citato proprio uno dei Paesi che del Welfare ha fatto la propria bandiera: la Francia. Oltralpe le possibilità di lavoro sono sempre meno, appena il 4,48% degli annunci contenuti nel database a fronte di una popolazione del 12,87%.

In base alle sole offerte registrate nel mese di maggio 2013 i settori con il maggior numero di posti disponibili sono vendite e finanza (circa 81mila), architettura e ingegneria (55mila), ristorazione e pulizie (54mila), assistenza alla persona (47mila) e informatica (46mila).