Annuncio pubblicitario
Italia markets open in 27 minutes
  • Dow Jones

    38.225,66
    +322,37 (+0,85%)
     
  • Nasdaq

    15.840,96
    +235,48 (+1,51%)
     
  • Nikkei 225

    38.236,07
    -37,98 (-0,10%)
     
  • EUR/USD

    1,0738
    +0,0010 (+0,10%)
     
  • Bitcoin EUR

    55.318,44
    +1.636,52 (+3,05%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.297,03
    +20,05 (+1,57%)
     
  • HANG SENG

    18.459,82
    +252,69 (+1,39%)
     
  • S&P 500

    5.064,20
    +45,81 (+0,91%)
     

Finanziamento pubblico ai partiti, il governo mette un punto

Finanziamento pubblico ai partiti, il governo mette un punto

Rimborso ai partiti, il governo Letta mette un punto. Questa mattina il Consiglio dei Ministri ha approvato un disegno di legge per l’abolizione del finanziamento pubblico e per la regolamentazione della contribuzione volontaria ai partiti politici, introducendo un nuovo sistema di contribuzione.
"È un risultato importante", ha commentato il presidente del Consiglio Enrico Letta, fiducioso che "il Parlamento lo approvi rapidamente"perchè "ne va della credibilità del sistema politico italiano".

Più che un punto, in realtà, si tratta di un punto e virgola. Ecco perchè: l'abolizione del finanziamento sarà infatti graduale e partirà non prima del 2014, anche se andrà effettivamente a regime nel 2016. Nel frattempo, prima dell'abrogazione, il sistema di regolamentazione della contribuzione volontaria sarà ridotto al 60% il primo anno, al 50% il secondo anno e al 40% al terzo anno. Prima di questa data, quindi, rimarranno i rimborsi attuali.
Un aspetto che ha sollevato numerose polemiche in Parlamento da parte del Movimento 5 Stelle, che la vede come "una vittoria morale" per averla "imposta" nell'agenda politica di governo, ma che allo stesso tempo la considera una "legge-truffa" nei confronti dei cittadini "che continueranno a pagare per far campare i partiti".

Scopri la rubrica dedicata agli sprechi della politica.

Il disegno di legge prevede un altro aspetto, relativo ai rimborsi elettorali, che saranno cancellati e sostituiti da "erogazioni volontarie", unico canale di finanziamento dei partiti,  con detrazioni del 52% per gli importi fra i 50 e i 5mila euro e del 26% per tutti gli altri fino a un massimo di 20mila. Non solo: da giugno 2015, i cittadini potranno dichiarare sulla propria dichiarazione dei redditi a quale partito assegnare il proprio 2xmille. Ad una condizione: che i partiti e movimenti politici siano iscritti in un apposito Registro e che abbiano scelto di usufruire della ripartizione annuale delle risorse; inoltre, che siano dotati di uno Statuto e siano organizzati secondo "requisiti minimi idonei a garantire la democrazia interna". Requisiti necessari per ricevere erogazioni volontarie e - altro aspetto importante del ddl - usufruire gratuitamente di spazi e servizi per la comunicazione anche al di fuori della campagna elettorale, con messaggi della durata massima di un minuto.

C'è però un altro aspetto controverso che riguarda il cosidetto inoptato, poco gradito ai deputati grillini. Con questa misura, in pratica, nel caso in cui i cittadini non dichiarino espressamente a quale partito destinare il proprio 2xmille, la quota verrà "spalmata" in maniera proporzionale a tutti i partiti politici, proprio come accade con l'8x1000 alla Chiesa Cattolica. Una sorta di "prelievo forzoso ai contribuenti", denunciano i parlamentari M5S, un escamotage attraverso il quale "le forze della maggioranza tentano di salvare le penne: sanno bene, infatti, che se i cittadini potessero decidere in piena libertà, lascerebbero questi partiti a bocca asciutta", concludono i deputati.