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Expo, a Milano prezzi da capogiro: 21 euro per un'insalata

Li chiamano “amici di Expo”, ma sembra che non siano del tutto amici del turismo. Parliamo di locali e negozi che, a Milano, si apprestano ad ospitare i molti visitatori dell’esposizione, ma che non sembrano ancora garantire, a pochi giorni dal via, servizi igienici all’altezza, accesso ai disabili, e altri servizi indispensabili. Gli “Expo Friends” hanno aderito o stanno per aderire al nuovo protocollo, che li impegnerà a dare agli ospiti stranieri la migliore accoglienza possibile, prima di tutto con sorriso pronto e cortesia, poi parlando inglese e fornendo loro consigli e indicazioni su attrazioni turistiche e culturali, infine offrendo menù in diverse lingue.

Ma nella realtà, mentre nessuno sembra saper orientare turisti e uomini d’affari in cerca di informazioni, i prezzi — già con il test pre-Expo del Salone del Mobile — aumentano vertiginosamente: fino 21 euro per un’insalata, 3,50 euro per un caffè, 10 euro per una birra e toilette a pagamento. Le consumazioni ai tavolini arrivano a costare tre volte tanto quelle al banco e addirittura un bicchiere d’acqua di rubinetto, che in teoria non dovrebbe essere fatto pagare, ha il suo costo. Scarsi e spesso insufficienti anche altri servizi, specialmente i servizi di WiFi gratuito, per non parlare dell’accessibilità dei bagni, sovente ricavati in anfratti angusti e raggiungibili solo arrampicandosi per scale assai ripide.

C’è da dire, nonostante ciò, che i turisti giunti per il Salone del Mobile, non si lamentano in modo particolare, e garantiscono che torneranno per Expo. Certo è, però, che la preparazione delle strutture è ancora lunga, anche se ormai il countdown è giunto agli sgoccioli. La sufficienza, probabilmente, è stata già raggiunta, anche se le lacune restano tante, specialmente riguardo alla prontezza linguistica di camerieri ed esercenti. Ma si sa, l’Italia piace anche per questo, e a quanto pare la cortesia e lo spirito dell’accoglienza, anche se si fanno ben pagare, non mancano.

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