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Vertice UE, è pronto il rapporto salva euro

Il summit di giovedì arriva in una settimana difficile, tra i timori degli investitori che la zona euro sta rientrando nuovamente in una zona rossa. Le principali preoccupazioni provengono ancora una volta dalla Grecia, appena uscita dalle elezioni con la vittoria di Antonio Samaras, leader di Nuova Democratia, e già con un primo dimissionario, il neoministro delle Finanze Vassillis Rapanos. Una situazione che - assieme al ricovero del neo premier - ha visto slittare la visita della troika ad Atene e soprattutto ha messo in standy le decisioni in merito alla Grecia previste in occasione di questo summit. Ad aggravare la situazione, Cipro, che ieri ha inoltrato una "richiesta di aiuto finanziario", diventando il quinto Stato - dopo Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna - a ricorrere alla "assistenza" da parte della Commissione Ue.


Tempo da perdere non ce n'è, e prima che si arrivi giovedì, Bruxelles chiede soluzioni concrete. Così nella notte di ieri è stato inviato a tutti i leader dei 27 Stati membri il rapporto salva euro, redatto a quattro mani da Herman Van Rompuy, presidente del Consiglio europeo, José Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, Mario Draghi, capo della Banca centrale europea, e Jean-Claude Juncker, Presidente dell'Eurogruppo dei ministri delle Finanze della zona euro. Quello che si chiede in primis ai delegati nazionali è quello di arrivare a giovedì già con un calendario con il quale dare concretezza alle proposte redatte all'interno del rapporto. Che sono le seguenti:

- Centralizzazione della BCE, attraverso "un quadro finanziario integrato" che interessi tutti i Paesi dell'Unione, "su tutte quelle parti del quadro che sono principalmente legate al funzionamento dell'unione monetaria e alla stabilità della zona euro piuttosto che semplicemente al mercato unico". Supervisione della Bce, dunque, proponendo anche la nascita di una garanzia europea dei depositi e un fondo europeo di gestione delle crisi;

- Garantire un' unione di bilancio all'interno della zona euro, in modo da decidere in comune i limiti ai saldi di bilancio e ai livelli di debito dei governi della zona euro. Secondo Van Rompuy,"l'emissione di debito governativo oltre questi livelli dovrebbero essere giustificati e ricevere una previa approvazione. In questo contesto, la zona euro potrebbe chiedere cambiamenti alle poste dei bilanci nazionali se queste sono in violazione delle stesse regole di bilancio, tenendo comunque in considerazione la necessità di salvaguardare l'equità sociale";

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- Maggiore legittimità democratica unita ad una maggiore integrazione europea, e una maggiore integrazione economica, che abbia l'obiettivo di "promuovere il coordinamento e la convergenza nelle diverse aree di politica economica". Sostanzialmente, quello che si chiede ai paesi della zona euro è una serie di linee guida comuni sia nel settore del mercato del lavoro che in quello delle politiche fiscali.

Ciò che si evince è una sempre maggiore influenza decisionale e un crescente potere di Bruxelles. Potere decisionale che si evince nella possibilità che la Ue potrebbe riscrivere le Finanziarie dei Paesi che sforano in materia di deficit e debito pubblico. Lo scrive il Financial Times, rivelando l'ambizioso progetto di Bruxelles: istituire "un vero e proprio ministero delle finanze per tutti i Paesi membri di Eurolandia". Un solo ministero con il potere di "commissionare" quei Paesi che non saranno in grado di rispettare i rigorosi impegni persi con l'Europa e che verranno "puniti" con la perdita totale della gestione della finanza pubblica.

Un summit bollente, dunque, in cui le aspettative - sempre secondo il Financial Times - vertono molto sul premier italiano Monti, l'unico in grado di sfidare la cancelliera Merkel e salvare l'euro. Perchè - secondo il giornalista Wolfgang Munchau - "è intelligente ed eloquente, e il suo paese è il prossimo a poter essere attaccato dai mercati". Una minaccia di dimissioni di Monti, scrive Munchau, "sarebbe credibile e spaventerebbe un sacco di gente". D'altronde, conclude il Ft, Monti ha ben poco da perdere: "i suoi sondaggi lo danno in calo e sta già perdendo il sostegno della sua coalizione".