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Cina, frena il manifatturiero. Nuovi interventi della banca centrale in vista

Non bastavano i recenti tonfi del mercato azionario: dopo alcuni segnali incoraggianti a giugno, la Cina torna a fare i conti con la dura realtà. La frenata del settore manifatturiero di luglio è stata la più marcata da due anni a questa parte e ne ha interessato tutte le componenti: nuovi ordini, produzione, impiego di forza-lavoro e prezzi. Gli analisti fanno buon visto a cattivo gioco, sottolineando gli effetti temporanei del maltempo estivo nei distretti industriali e il fatto che in Cina, storicamente, i crolli di Borsa non pesano sulla domanda. Ma un rallentamento è già stato messo in conto da tutti: le autorità prevedono per quest’anno il 7% di crescita, il minimo da un quarto di secolo. Persino questo target potrebbe essere in pericolo, motivo per cui in tanti scommettono su ulteriori manovre di stimolo della banca centrale. I vertici di politica monetaria si erano già mossi tagliando i tassi più volte e allargando le maglie del credito. Senza contare gli interventi per stabilizzare le Borse, misure non esattamente all’insegna del libero mercato che, secondo gli esperti, cozzano contro i piani di Pechino per creare un’economia basata sui consumi.