M5s in rivolta, i sei errori di Luigi Di Maio

Alcuni senatori pentastellati vogliono rivedere lo statuto del Movimento per ridefinire l'ambito di discrezionalità della leadership, ritenuto eccessivo. E c'è anche chi ha chiesto l'intervento del garante (e fondatore) Beppe Grillo in persona, per risolvere la questione Di Maio.

Non aver saputo usare le leve di potere e di governo acquisite dopo il 4 marzo per introdurre politiche efficaci di riduzione delle diseguaglianze e di creazione di lavoro. "Abbiamo abolito la povertà", aveva detto un entusiasta Di Maio, affacciato al balcone di palazzo Chigi, subito dopo l'accordo sul Def. Invece, dopo oltre un anno di governo, il ministro ha presentato ai suoi elettori un magro bottino: il taglio ai vitalizi (più simbolico che altro) e un reddito di cittadinanza azzoppato da Bruxelles, che ha avuto meno richieste del previsto ed è percepito come l'ennesima misura assistenziale per aspiranti navigator.

Lo stravolgimento di molti valori fondativi del Movimento 5 Stelle usando l’alibi della riorganizzazione: l'allargamento alle liste civiche, il "sì" all’Ilva, il voto dato all’anti-sovranista Ursula von der Leyen (neo presidente della Commissione europea) sono solo alcune delle decisioni che hanno infastidito gli iscritti e i simpatizzanti pentastellati.

Un altro aspetto che ha fatto venire il mal di pancia a molti esponenti ed elettori del M5s è legato all’asservimento di Di Maio alle politiche della Lega di Matteo Salvini. Durante il governo gialloverde, l'attuale ministro degli Esteri ha chiuso più di un occhio di fronte alle politiche contro le Ong e i migranti da parte del suo ex alleato.

Il Russiagate. Restando al rapporto con Salvini, a Luigi Di Maio viene contestato anche il fatto di aver disertato la seduta in Parlamento durante la quale il premier Conte interveniva sui presunti finanziamenti russi alla Lega. Un gesto che è stato letto come uno strappo col presidente del Consiglio e che ha fatto solo il "gioco" del leader del Carroccio.

Caso Diciotti. Anche in questo caso, Luigi Di Maio ha "salvato" il leader della Lega votando in Senato contro il processo a suo carico. Matteo Salvini era stato infatti accusato di sequestro di persona, arresto illegale e abuso d’ufficio (la nave era rimasta ferma per diversi giorni in balia del mar Mediterraneo con a bordo 177 migranti).

"Io col Pd non voglio averci nulla a che fare. Col partito che fa parte dello scandalo di Bibbiano, non voglio avere nulla a che vedere", diceva Di Maio fino a qualche settimana fa. Ora invece il capo del Movimento 5 Stelle è alleato dei Dem e con loro ha dato vita al nuovo esecutivo giallorosso, "tradendo" di fatto i suoi elettori (e se stesso).