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Reggia di Caserta nel degrado nonostante i 340 dipendenti

Patrimonio dell’umanità riconosciuto dall’Unesco sin dal 1997, nel 2012 ha fatto registrare 570mila visitatori. Ora comincia a cadere a pezzi. Stiamo parlando della Reggia di Caserta, la storica residenza dei Borbone di Napoli che versa in stato pietoso. Si è registrato un nuovo crollo di una porzione del tetto nella zona ovest del palazzo, occupata dalla Scuola specialisti dell'Aeronautica militare.
Chiusi “a tempo indeterminato” gli splendidi giardini all’italiana usati da Nicola Cosentino per "andare a fare jogging", chiusa la sala del Presepe del ‘600 e ’700 napoletano, erbacce anche nelle stanze nobili: il gioiello architettonico progettato da Luigi Vanvitelli è diventato un suk e luogo di spaccio di droga. Nicola Cosentino usava il giardin
Perché il patrimonio culturale a Caserta diventa un peso? La responsabile della Soprintendenza, Paola David, descrive la situazione: “Ci sono 340 dipendenti, 162 sono custodi addetti alla vigilanza da dividere su due turni”. Ma sembra che nessuno abbia molta voglia di lavorare: “Ogni giorno tra ferie, malattie e applicazione della legge 104, a lavorare ho 60 dipendenti che devono controllare 130 ettari di parco e 70 stanze”.
“Nonostante tutto le Reggia non è allo sfascio”, rassicurava la scorsa estate, Gregorio Angelini, direttore regionale dei Beni culturali. “Certo, restano cestini pieni di cartacce e segnali di degrado, tuttavia lo stato di conservazione del complesso è buono”. Erbacce nelle stanze, a parte.

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