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Palermo, la città degli autisti sfortunati

Palermo, la città degli autisti sfortunati

Permessi retribuiti per allungare il ponte di Ferragosto e il trasporto pubblico di Palermo va in tilt. Venerdì 16 agosto nel capoluogo siciliano trentuno autobus sono rimasti dentro le rimesse per carenza di autisti. In massa hanno usufruito di quanto stabilito dalla legge 104, quella che permette di assistere tre giorni al mese un parente disabile. A quanto pare a Palermo la maggior parte dei dipendenti dell’Amat, l’azienda municipale per il trasporto pubblico, ha un familiare di cui deve prendersi cura. Soprattutto nel ponte ferragostano.

Insomma, qualche dubbio è anche normale che possa venire. “Quella dei permessi, soprattutto legati alla 104 è una vera emergenza”, ha detto a La Repubblica il direttore dell’azienda comunale, Pasquale Spadola. “Più di una volta è capitato che in concomitanza con un ponte si registrasse un boom di assenze. Abbiamo tentato di calendarizzare le richieste, chiedendo ai dipendenti di avvisarci un mese prima, ma non ha funzionato”. E no perché la legge consente al beneficiario di usufruire dei tre giorni di assenza retribuita quando vuole e senza preavviso. Così nel weekend più caldo dell’estate, solo 180 mezzi dell’Amat sono partiti dal deposito per garantire il servizio – pubblico, tanto per precisare – nonostante ne fossero previsti 214. Una sfilza di assenze in periodi, come dire, “strategici” o, almeno, comodi per attaccarci il fine settimana al mare. Secondo i numeri forniti dall’azienda, all’Amat usufruiscono dei permessi garantiti dalla normativa almeno un terzo dei dipendenti, ossia la bellezza di 600 persone.

Facile immaginare quali siano i disagi per gli utenti. L’attesa alla banchina diventa lunghissima. Per salire sull’autobus occorre attendere dai 32 fino ai 70 minuti, “un tempo assolutamente incoerente con le necessità dell’utenza”, secondo la stessa azienda. La disputa è tra il Comune e i sindacati che chiedono il nuovo piano per ridurre le perdite e, intanto, hanno indetto uno sciopero per il 9 settembre. L’idea sulla quale l’amministrazione sta lavorando è quella di tagliare una trentina di corse, visto che al momento sono novantuno, con l’intento di far scendere da 32 a 20 minuti l’attesa media alla fermata. Anche perché ad aspettare, quasi in eterno, l’autobus che non arriva mai non sono solo i palermitani che non sono andati in vacanza, ma anche i tanti turisti stranieri in giro per la città. A farci una brutta figura, quindi, è tutta la Sicilia. L’azienda ha una perdita d’esercizio di 10 milioni di euro e debiti con le banche che fino al 2012 ammontavano a 40 milioni. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, ha affidato da qualche settimana la guida di Amat a Giuseppe Modica, ex direttore amministrativo del Policlinico perché riesca a concludere il nuovo contratto. Nel frattempo, però, c’è da risolvere anche la questione delle assenze di massa dei dipendenti. Oltre a quelle garantite dalla legge 104, gli autisti palermitani pare siano impegnati, sempre in numero consistente, ai seggi durante le elezioni. Rappresentanti di lista invece che alla guida. Certo, anche in questo caso si tratta di un diritto garantito dalla legge. Ma la stranezza è, ancora, legata alla massiccia partecipazione alle operazioni di voto degli impiegati Amat. Un esempio su tutti: nel referendum del giugno 2011 ben 200 autisti non si sono presentati al lavoro perché impegnati come “rappresentanti di lista”. Un’esagerazione. Tanto che l’azienda è stata costretta a inviare una lettera al prefetto, al questore e al sindaco, segnalando possibili disagi per chi usufruiva del servizio. Come dire, a Palermo quando ci si reca alle urne è meglio andare a piedi.