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Alcoa, operai in piazza, sindacati a governo: azienda venda a Klesch

ROMA (Reuters) - Chiudere le trattative con la svizzera Klesch affinché acquisti dalla multinazionale Usa Alcoa la fabbrica di alluminio di Portovesme, in Sardegna, consentendo ai circa 500 lavoratori del sito di riavere il posto di lavoro. E' questa la principale richiesta che i sindacati stanno formulando al governo nell'incontro con il sottosegretario allo Sviluppo, Claudio De Vincenti, mentre qualche centinaio di lavoratori Alcoa giunto dalla Sardegna, sta protestando di fronte al ministero. Il primo obiettivo della riunione, spiega il segretario nazionale della Fim Cisl, Marco Bentivogli, è "acquisire la disponibilità ufficiale di Alcoa a riaprire il negoziato con Klesch e accelerare la stretta finale per perfezionare la cessione; il secondo è aprire un confronto sul piano industriale di Klesch affinché sia solido l'investimento nel lungo periodo". Sulla stessa linea Mario Ghini, segretario nazionale della Uilm: "Dall'incontro ci aspettiamo di conoscere dall'esecutivo a che punto sono le trattative con la Klesch per la vendita della fabbrica alluminio chiusa da Alcoa a Portovesme". Per Ghini è "inaccettabile che un'azienda che intenda disfarsi dello stabilimento cerchi di dettare le condizioni produttive al futuro acquirente. Alcoa deve limitarsi a mantenere l'impegno a vendere, come concordato nel corso della vertenza. Per quanto ci riguarda lavoriamo per la riapertura dello stabilimento sardo". I sindacati puntano anche, in attesa di un accordo, a trasformare le mobilità, escluse quelle volontarie, in cassa integrazione straordinaria e garantire la copertura degli ammortizzatori sociali a tutti i 400 lavoratori dell'indotto, per i quali in questi giorni stanno partendo i licenziamenti. La fabbrica del Sulcis è chiusa da un anno e la scorsa settimana sono partite le procedure di licenziamento collettivo per tutti i circa 500 dipendenti a partire dal primo gennaio 2014. La richiesta dei sindacati per la Regione Sardegna, il cui presidente Ugo Cappellacci è presente al tavolo, è di rimediare alle "inadempienze sulle infrastrutture, portualità e strade e di concretizzare i progetti contenuti nel Piano Sulcis". L'Italia è stata condannata il 17 ottobre dalla Corte di Giustizia Ue per non aver recuperato 295 milioni di aiuti di Stato concessi all'Alcoa sotto forma di tariffa agevolata per l'elettricità. In una nota della Corte si spiega che l'Italia non avrebbe ottemperato perché era alla ricerca di un'intesa con Alcoa. Gli americani hanno già smantellato e messo in vendita l'impianto in Sardegna. Alcoa chiuderà anche la fonderia di Fusina (Venezia). La trattativa si è arenata a metà giugno quando Alcoa ha annunciato di considerare "concluso negativamente" il negoziato con Klesch. L'azienda ha comunque confermato l'intenzione di vendere l'impianto e ha accolto la richiesta dell'esecutivo di mantenere in efficienza l'impianto fino al 30 giugno del 2014, e non più fino al 31 dicembre 2013. (Francesca Piscioneri) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia