Annuncio pubblicitario
Italia markets closed
  • FTSE MIB

    33.987,67
    -118,34 (-0,35%)
     
  • Dow Jones

    39.358,26
    +50,26 (+0,13%)
     
  • Nasdaq

    18.347,93
    +159,63 (+0,88%)
     
  • Nikkei 225

    40.912,37
    -1,28 (-0,00%)
     
  • Petrolio

    83,25
    -0,63 (-0,75%)
     
  • Bitcoin EUR

    52.018,54
    -1.667,66 (-3,11%)
     
  • CMC Crypto 200

    1.175,15
    -33,54 (-2,78%)
     
  • Oro

    2.399,50
    +30,10 (+1,27%)
     
  • EUR/USD

    1,0840
    +0,0026 (+0,24%)
     
  • S&P 500

    5.564,19
    +27,17 (+0,49%)
     
  • HANG SENG

    17.799,61
    -228,67 (-1,27%)
     
  • Euro Stoxx 50

    4.979,39
    -8,09 (-0,16%)
     
  • EUR/GBP

    0,8456
    -0,0016 (-0,19%)
     
  • EUR/CHF

    0,9709
    -0,0017 (-0,17%)
     
  • EUR/CAD

    1,4771
    +0,0057 (+0,39%)
     

Almaviva, si negozia al Mise per scongiurare 2.500 licenziamenti

di Francesca Piscioneri ROMA (Reuters) - Riparte oggi pomeriggio al ministero dello Sviluppo il difficile negoziato per scongiurare i 2.511 licenziamenti annunciati da Almaviva Contact, tra le principali aziende di call center italiane. Dopo un accordo in extremis raggiunto a fine maggio per tutelare il posto di lavoro di 3.000 persone ricorrendo a un piano di ammortizzatori sociali, la società di Marco Tripi ha annunciato a sorpresa la settimana scorsa la chiusura delle sedi di Roma e Napoli, che impiegano rispettivamente 1.666 e 845 persone. Dura la reazione del viceministro al Mise Teresa Bellanova, che gestisce tutte le vertenze più spinose e che a maggio pensava di aver 'salvato' i dipendenti di Almaviva: "Si lascino da parte inutili e dannosi atti ricattatori", e si torni al tavolo. Il negoziato è reso particolarmente delicato dai numeri - è il più massiccio piano di esuberi annunciato dall'insediamento di Matteo Renzi a Palazzo Chigi - e dal momento, con il referendum costituzionale del 4 dicembre alle porte. Almaviva Contact, gruppo Almaviva, impiega in Italia circa 10.000 persone in sei sedi: Napoli, Roma, Palermo, Milano, Catania e Rende. I lavoratori di Napoli e Roma sono già in solidarietà da quattro anni, con un taglio del salario salito dal 20% al 45%. L'azienda motiva la marcia indietro con il deterioramento del contesto economico a causa della concorrenza sleale di paesi come l'Albania. Nel mirino però c'è anche la incapacità del governo di vigilare sul rispetto delle leggi impedendo le gare al massimo ribasso, e la indisponibilità dei sindacati a sottoscrivere l'accordo sulla produttività individuale pattuito. GOVERNO DIFENDE ACCORDO E LEGGI MA QUADRO NORMATIVO FRAGILE Nel periodo giugno-settembre, sostiene Almaviva, i siti di Roma e Napoli hanno registrato perdite medie di 1,2 milioni di euro su ricavi mensili pari a 2,3 milioni, nonostante gli ammortizzatori. Specularmente, secondo l'Istat albanese, nel 2015 è raddoppiato il numero dei call center che lavorano per il mercato italiano con oltre 25.000 posti di lavoro. Mediamente, in Albania come in Romania un lavoratore di call center guadagna 250-300 euro al mese, riferisce Cristiana, lavoratrice di Almaviva a Roma che al momento, con la solidarietà, guadagna circa 860 euro al mese per 6 ore di lavoro al giorno. Quest'anno Tripi ha aperto una filiale di Almaviva Contact anche in Romania, con il nome di Almaviva Services. Secondo l'azienda, inoltre, proseguono le gare ad evidenza pubblica bandite o aggiudicate a tariffe "del tutto incompatibili con il costo del lavoro". Dopo i casi degli anni scorsi del servizio infoline del Comune di Milano e dello 060606 del Comune di Roma, di recente la gara per il servizio Recup della Regione Lazio per la prenotazione sanitaria telefonica ha avuto una base d'asta "sotto i minimi contrattuali di qualsiasi contratto nazionale di lavoro". Bellanova replica però che l'accordo con il governo prevedeva sei mesi di contratto di solidarietà e un ulteriore anno di cassa integrazione per consentire all'intesa di avere effetto. E quanto al quadro normativo, rivendica di aver lavorato sull'inasprimento delle sanzioni per chi delocalizza con una norma inserita nel ddl Concorrenza e sul divieto del massimo ribasso. Il ddl Concorrenza è però ancora all'esame del Senato mentre le maglie del nuovo Codice sugli appalti sembrano ancora lasche. L’articolo 95, per esempio, prevede che si possa ancora usare il criterio del minor prezzo per i lavori di importo fino a 1 milione di euro. Cifra elevata. Per una panoramica su mercati e notizie in lingua italiana con quotazioni, grafici e dati, gli abbonati Eikon possono digitare nel Search Box di Eikon la parola “Pagina Italia” o “Panorama Italia” Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia