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Amazon insaziabile: ora vuole fare anche la banca

Dopo aver già trasformato radicalmente l'industria mondiale della grande distribuzione organizzata, la rivoluzione Amazon potrebbe presto entrare anche in banca.

Il colosso guidato da Jeff Bezos sarebbe infatti in trattative secondo rumors di stampa con diversi istituti di credito americani con l'intenzione di creare un nuovo prodotto simile a un conto corrente, da offrire ai clienti della sua piattaforma di e-commerce.

Amazon entra in banca

A rivelarlo un nuovo report di oggi del Wall Street Journal, stando al quale la società di Seattle avrebbe già stabilito dei contatti in particolare con JP Morgan Chase, con cui starebbe lavorando a degli strumenti finanziari da destinare soprattutto ai più giovani e a tutti coloro che non possiedono dei conti in banca.

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Anche se le fonti del quotidiano USA precisano che il progetto è ancora ai primi stadi e che comunque non si tratta di attività che trasformerebbero Amazon in una banca (non è ancora chiaro ad esempio se si tratta di qualcosa che si potrà utilizzare negli sportelli bancari), è comunque una novità rilevante il fatto che uno dei nuovi servizi potrebbe essere a marchio Amazon.

Banca Amazon "piace"

Sarebbe infatti un significativo passo avanti rispetto alle carte co-brandizzate già offerte in passato ai clienti di Prime in collaborazione proprio con JP Morgan; tanto che qualcuno già si chiede, date le ormai enormi dimensioni raggiunte dalla società che cominciò negli anni novanta del secolo scorso vendendo libri sottocosto, se una evoluzione di questo genere non metterebbe a rischio gli equilibri del sistema bancario.

Rivelatori sono in questo senso i risultati di un sondaggio LendEDU pubblicato la scorsa settimana e rilanciato oggi dalla CNBC: circa il 45% degli intervistati si dichiarano aperti alla possibilità di utilizzare Amazon come loro conto bancario principale, mentre ben il 49,6% userebbe i servizi di conto creati dalla società.

Un business che si allarga

Di (KSE: 003160.KS - notizie) sicuro c'è comunque che una mossa del genere contribuirebbe certamente a rendere ancora più ampio il raggio delle attività di Amazon, reduce dalla recente espansione nel settore della grande distribuzione alimentare, già leader nel mercato del cloud e degli assistenti digitali con il suo Alexa, e sempre più proiettato ad esplorare nuove vie nel mercato dello streaming video e persino nel settore farmaceutico.

Proprio JP Morgan, la banca guidata da Jamie Dimon e chiamata in causa dalle voci di stampa, è coinvolta in una partnership a tre con Amazon e con la Berkshire Hathaway (Sao Paolo: BERK34.SA - notizie) del miliardario Warren Buffett che potrebbe presto portare scompiglio nel business sanitario: i tre gruppi hanno annunciato a inizio anno che collaboreranno per creare nuovi servizi e prodotti che riducano i costi sanitari per i loro impiegati (complessivamente, 1,1 milioni di individui).

Le banche sono diverse?

Resta da vedere se quel che non può fermare il mercato sarà frenato come avvenuto in passato dai regolatori oppure no. Le grandi aziende tech come Amazon, Apple (NasdaqGS: AAPL - notizie) e Facebook (NasdaqGS: FB - notizie) hanno già ripetutamente allargato la loro impronta in sempre nuovi settori, dalle telecomunicazioni all'advertising, ricorda oggi Bloomberg, e anche se per anni le autorità di controllo finanziarie USA sono state piuttosto restie a lasciare che le grandi corporate tecnologiche si muovessero verso lo spazio dei servizi bancari, non è detto che le cose non possano cambiare.

Ne è prova, ha fatto osservare la testata finanziaria, una recente dichiarazione di Keith Noreika, ex direttore dell'Office of the Comptroller of the Currency, l'agenzia federale americana di supervisione delle banche: a fine dello scorso anno, Noreika ha dichiarato che è forse giunto il momento di riconsiderare la tradizionale separazione tra istituti di credito e società di grande distribuzione.

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