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ANALISI - Tesoro, costo raccolta cala anche in 2020, un aiuto in vista 2021 pesante

di Alessia Pe

MILANO (Reuters) - Il ministero dell'Economia chiuderà il 2020 con una nuova flessione del costo della raccolta, viatico più che mai fondamentale guardando al prossimo anno in cui l'ammontare dell'offerta di titoli di Stato non è certo destinato a calare.

Il fenomeno è naturalmente legato a doppio filo all'impegno ancora più importante assunto dalla Banca centrale europea, corsa in aiuto al mercato -- quindi indirettamente anche a imprese e consumatori -- di fronte alle disastrose conseguenze economiche della pandemia.

I dati di Via XX Settembre relativi all'anno che sta per chiudersi parlano molto chiaro: il costo medio all'emissione è calato a 0,59% da 0,92% del 2019 e 1,07% nel 2018.

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La flessione del 2020 rispetto al 2019 è pari a 33 punti base -- più del doppio rispetto ai 15 centesimi risparmiati l'anno scorso rispetto al 2018.

COSTI MEDI ALL'EMISSIONE

(Andamento del tasso medio ponderato di interesse dei titoli di Stato sulla base dei rendimenti lordi all'emissione dei titoli emessi nel singolo anno)

2020 0,59%

2019 0,92%

2018 1,07%

2017 0,68%

2016 0,55%

2015 0,70%

2014 1,35%

COSTO MEDIO 2020 2019

BOT -0,16% -0,04%

MEDIO/LUNGO 0,96% 1,53%

TOTALE MEDIO 0,59% 0,92%

(Fonte: MEF)

Un risparmio che aumenta, quindi, in parallelo però alle esigenze di finaziamento dei maggiori interventi del governo per costrastare la crisi legata al Covid.

Questo in una fase particolarmente delicata ma soprattutto in ragione delle accresciute esigenze di raccolta. Tra prima e seconda ondata dei contagi, il 2020 si chiude con un incremento di 110 miliardi di euro delle emissioni a medio e lungo termine.

Secondo le prime stime, di cui parlava il mese scorso il responsabile del Tesoro per il debito pubblico Davide Iacovoni, le emissioni dell'anno prossimo saranno in linea a quelle del 2020, vale a dire su importi record già approvati dal parlamento per quanto riguarda lo scostamento del deficit.

Guardando al consuntivo 2020 in termini quantitativi, il totale delle emissioni è di 550,688 miliardi -- la somma dei 368,873 miliardi a medio e lungo termine e 181,815 miliardi di Bot. Nel 2019 il totale -- al lordo delle operazioni tramite concambio -- era di poco superiore ai 414 miliardi.

EMISSIONI BOT MEDIO-LUNG TOTALE

LORDE (*) O

2020 181.815 368.873 550.688

2019 160.839 253.361 414.200

2018 151.653 249.324 400.977

(*) inclusi concambi

fonte: dati MEF

Considerato l'impegno da parte di Francoforte, che soltanto la settimana scorsa ha innalzato di 500 miliardi il tetto degli acquisti 'Pepp', portandolo a 1.850 miliardi, il mercato si trova in condizioni di straordinario eccesso di liquidità che dovrebbero inoltre consentire un ulteriore allungamento della vita media del debito.

La vita media ponderata del debito risultava nel 2019 pari a 7,3 anni da 6,87 anni nel 2018.

Si torni però brevemente al ruolo assolutamente fondamentale giocato finora dalla Bce, che sempre la scorsa settimana si è impegnata a prolungare anche sul piano temporale il programma degli acquisti Pepp, estendendoli fino a marzo 2022.

Secondo calcoli dell'ufficio studi UniCredit, le emissioni nette 2020 sono pari a un totale di circa 152 miliardi, più che quadruplicate rispetto ai 33 miliardi dell'anno scorso.

L'importo -- dice la nota degli analisti di Piazza Gae Aulenti -- è perfettamente in linea con quello riacquistato nello stesso periodo dalla Bce, principalmente tramite Banca d'Italia.

All'Italia resta sicuramente il ruolo di pecora nera d'Europa sul piano del debito ma la pandemia ha in qualche modo lievemente ridotto le distanze, facendo da amplificatore alle nuove esigenze di raccolta in tutto il vecchio continente.

Secondo calcoli dell'Association for Financial Markets in Europe (Amfe) l'offerta complessiva di governativi europei è balzata quest'anno a circa 1.700 miliardi, in rialzo di 80% rispetto al 2019, e si prevede che il livello resti elevato nei prossimi anni.

Che farà il Tesoro nel prossimo anno? Potrebbe arrivare già prima di Natale il documento ufficiale relativo alle linee guida per la gestione del debito 2021, che secondo gli addetti ai lavori dovrebbe mantenersi nel solco prudenziale che da anni caratterizza la strategia del ministero. Difficile pensare a cambi drastici nella gestione o a un comportamento troppo opportunistico per approfittare delle condizioni di tassi così favorevoli, sintetizza un operatore.

(Alessia Pé, in redazione a Roma Stefano Bernabei)