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Ancora sulla residenza fiscale all'estero

Domanda:

Buonasera, da gennaio 2015 e per tre anni ho un dottorato con l'università d Lione, pagato da un azienda inglese.Posso farmi accreditare lo stipendio sul mio conto italiano? Devo iscrivermi all'AIRE. Visto che pago già le imposte in Francia sono sottoposto a doppia tassazione?

Risposta dell'esperto:

Per rispondere dobbiamo considerare innanzitutto dove il gentile lettore porterà la residenza fiscale. Potrà infatti essere considerato residente “fiscalmente” all’estero solo se saranno rispettati tutti i criteri per essere considerati tali: vale a dire in primo luogo certamente l’iscrizione all’Associazione Italiana Residenti all’Estero (AIRE), ma anche la permanenza fuori confine per più di 183 giorni l’anno, e soprattutto il trasferimento all’estero della famiglia, e delle proprie relazioni sociali globalmente considerate. A queste condizioni, il lettore sarà tassato esclusivamente in Francia secondo le regole proprie di quel paese, perché fiscalmente “francese” a tutti gli effetti.

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Per inciso, uno che vive stabilmente in Francia è facile che abbia bisogno di un conto corrente in quel paese; al contrario, infatti, non sarebbe agevole spiegare al fisco italiano come si debba rientrare in patria tutte le volte che si abbia bisogno di una consulenza con la propria banca. Pertanto, anche se non è proibito conservare un conto corrente, poiché in queste problematiche più indizi fanno una prova, logica vuole che un contribuente che veramente si è trasferito all’estero non abbia bisogno di un conto corrente in Italia.

Viceversa, se le condizioni non saranno pienamente soddisfatte, si rimarrà residenti fiscalmente in Italia, e pertanto si dovrà compilare una dichiarazione dei redditi italiana, sia pur considerando come credito di imposta, se ne sussisteranno i presupposti, le tasse pagate in via definitiva in Francia.

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