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Banche, Bce: Italia in testa a discesa Npl zona euro in 2° trimestre

La sede della Bce a Francoforte. REUTERS/Ralph Orlowski (Reuters)

FRANCOFORTE (Reuters) - Nel secondo trimestre dell'anno il deconsolidamento dei crediti deteriorati da parte delle banche italiane è stato più rapido che in qualsiasi altro paese della zona euro.

E' quanto emerge dalle statistiche trimestrali Bce che evidenziano come la pressione della Banca centrale europea per la pulizia dei bilanci bancari italiani dall'enorme mole di crediti problematici, eredità della lunga crisi economica del paese, abbia inziato a produrre i propri frutti in coincidenza anche con un'intesa attività sul tema svolta a livello locale.

L'esposizione complessiva sugli Npl delle banche italiane è scesa di 50 miliardi di euro a 212 miliardi di euro nei tre mesi a giugno, registrando il maggiore calo di tutti gli altri paesi sia in termini assoluti che relativi, secondo i dati Bce.

Tra gli altri paesi colpiti dalla crisi, le banche spagnole hanno ridotto i crediti deteriorati per 4,7 miliardi di euro, quelle greche per 2,3 miliardi e quelle portoghesi per 1,9 miliardi.

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Complessivamente, i 114 istituti analizzati dalla Bce sommano Npl per 843 miliardi di euro alla fine di giugno, in discesa di 71 miliardi di euro rispetto ai tre mesi precedenti.

All'inizio del mese la Bce ha pubblicato delle proposte, in consultazione, che obbligherebbero le banche a svalutare totalmente i nuovi crediti dubbi in un arco temporale definito e ha anticipato misure simili allo studio per lo stock esistente.

La nuove linee guida hanno scatenauto un intenso dibattito e nei giorni scorsi fonti della banca centrale hanno detto che i supervisori della Bce devono rivedere le proposte sulla gestione dei crediti problematici dopo le lamentele dell'Italia secondo cui potrebbero ostacolare la ripresa del paese.

Secondo gli ultimi dati della Banca d'Italia a a fine agosto il totale delle sofferenze lorde in capo agli istituti di credito residenti in Italia ammontava a 172,845 miliardi di euro dai 173,576 del mese precedente.

Già a luglio il dato aveva registrato un'ampia contrazione di oltre 18 miliardi, spiegabile principalmente con il deconsolidamento dal bilancio di Npl per 16,2 miliardi da parte di UniCredit.

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