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Banche popolari, governo non torna indietro su decreto, resistenze politiche

La sede della banca Popolare di Novra - gruppo Banco Popolare - a Novara. REUTERS/HandOut/Banco Popolare (Reuters)

ROMA/MILANO (Reuters) - Il governo non intende tornare indietro sulla riforma delle popolari e difende l'urgenza dell'intervento teso a rafforzare il settore mentre proseguono le resistenze contro il decreto che elimina il voto capitario per i principali istituti cooperativi italiani. In un'intervista al quotidiano Avvenire il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan sottolinea che la riforma della governance delle popolari era attesa da 25 anni e che "non ci si è resi conto che, con una velocità impressionante, le istituzioni finanziarie e i mercati stanno cambiando radicalmente". Per Padoan, con la sorveglianza unica, i requisiti di capitale più stringenti e con il QE, "ci si deve preparare ad una fase in cui le regole del gioco sono diverse, quindi non si poteva aspettare più" e la proposta "è per rendere le banche popolari in grado di reggere meglio alle pressioni future". Pertanto sulla riforma "non si torna più indietro", dice il ministro. Anche Fabio Panetta, direttore generale della Banca d'Italia e membro del board del Single Supervisory Mechanism (SSM) della Bce sottolinea il carattere strutturale del provvedimento che "può essere letto come parte di un più ampio sforzo di riforma per adeguare l'economia italiana ai migliori standard europei". MINORANZA PD PRESENTERA' EMENDAMENTO Il decreto ha sconvolto il settore che, di fronte alla ferma posizione del governo intenzionato a ricorrere alla fiducia per fare passare la riforma, vuole percorrere la strada del confronto e del compromesso, pur evidenziando qualche dubbio di costituzionalità sul provvedimento. Le banche possono trovare un appoggio trasversale in Parlamento. Stefano Fassina, esponente della minoranza del Partito democratico, ha criticato oggi il decreto e ha annunciato la presentazione di un emendamento che ripristini il voto capitario. Anche il ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture Maurizio Lupi, esponente del partito Ncd, si è più volte espresso in favore di una modifica in Parlamento del decreto prendendo anche spunto dalle proposte di autoriforma del settore. Tra le ipotesi più praticabili messe in campo dall'associazione Assopopolari, c'è la cosiddetta 'Spa ibrida' che prevede la cancellazione del principio del voto capitario ma introducendo lo strumento delle azioni a voto multiplo per gli azionisti stabili e anche un limite al possesso azionario (si parla del 3-5% dall'attuale 1%). L'obiettivo sarebbe quello di evitare la scomparsa dei piccoli azionisti-dipendenti e soci storici come associazioni e fondazioni e al tempo stesso favorire l'ingresso di investitori istituzionali. Meno probabile è invece la strada, preferibile per parte del comparto, di mantenere la forma cooperativa che verrebbe però stemperata introducendo elementi di maggiore apertura al capitale per garantire agli investitori istituzionali un'adeguata rappresentanza agli organi di governo della banca (doppio canale di voto, uno per testa e uno per capitale detenuto). (Giselda Vagnoni, Giuseppe Fonte, Andrea Mandalà) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia