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Banche: chi rischia con gli stress test? I titoli in e out

Per il settore bancario l'attenzione è rivolta all'appuntamento di venerdì prossimo, quando in serata, dopo la chiusura di Piazza Affari, saranno diffusi i risultati degli stress test.

Chi supererà gli stress test e chi no

Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) corso del fine settimana la stampa ha fornito alcune anticipazioni e in particolare il Sole 24 Ore ha scritto che quattro banche italiane su cinque dovrebbero superare senza problemi gli stress test, sebben non siano previste soglie minime o promozioni/bocciature.

Intesa Sanpaolo (Amsterdam: IO6.AS - notizie) dovrebbe riportare un Common Equity Tier 1 dell'11% nello scenario avverso contro il valore iniziale di circa il 13%. Secondo gli analisti di Equita SIM questo risultato, se confermato, comporterebbe un impatto di 200 punti base rispetto ai 340 basis points nel 2014.

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Banco Popolare (Amsterdam: PB8.AS - notizie) e Ubi banca (Amsterdam: UF8.AS - notizie) dovrebbero riportare un Common Equity Tier 1 nella fascia elevata della media che secondo la SIM milanese potrebbe implicare un dato intorno al 9%-10%, partendo rispettivamente dal 12,4% e e dall'11,6%. Ipotizzando sulla base delle indiscrezioni un Common Equity Tier 1 finale del 9,5%, Banco Popolare subirebbe un impatto di 290 punti base rispetto ai 320 del 2014 e Ubi Banca di 210 basis points contro i 360 di 4 anni.

Da segnalare che Banco Popolare ha già comunicato che un esercizio interno effettuato utilizzando parametri e metodologia simile a quella applicata dall’EBA ha confermato la resilienza del business model, il che lascerebbe pensare ad un risultato simile se non migliorativo rispetto a quello del 2014.

Banca Monte Paschi riporterebbe un Common Equity Tier 1 sotto il 5,5% rispetto al 12% di fine 2015. Equita SIM fa notare che se confermato questo risultato comporterebbe un impatto di 700 punti base rispetto ai 710 nel 2014.
Secondo i quotidiani per fare fronte a questa situazione l’ipotesi di base sarebbe un aumento di capitale da oltre 3 miliardi di euro sul mercato, garantito da alcune banche d’affari: sembra escluso l’intervento del governo anche sotto forma di sottoscrizione dell’eventuale inoptato.

Con riferimento alle indiscrezioni di stampa, gli analisti di Icbpi affermano che se i rumors saranno confermati, le indicazioni preliminari degli stress test sarebbero confortanti per Banco Popolare e Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) , due banche su cui si concentrano i timori degli investitori.

Mediobanca (Milano: MB.MI - notizie) taglia i target sui bancari

Intanto, ad accendere i riflettori sul settore bancario di Piazza Affari ci ha pensato quest'oggi Mediobanca Securities. Gli analisti di quest'ultima hanno tagliato in media del 5% le stime sull'utile per azione riferite al 2016-2018, per tenere conto di un contesto macro più debole e di condizioni di mercato più difficili, esacerbate dalla volatilità alimentata dalla decisione della Gran Bretagna di lasciare l'Unione europea.

Tra i vari titoli gli esperti di Mediobanca confermano la raccomandazione "neutral" su Unicredit e Intesa Sanpaolo, con un prezzo obiettivo tagliato da 4,1 a 3,5 euro nel primo caso e da 2,7 a 2,3 euro nel secondo.

Lo stesso rating viene ribadito per Banca Monte Paschi con un target price ridotto da 0,62 a 0,45 euro, ed è "neutral" anche la strategia suggerita per Ubi Banca, con un fair value che passa da 4,1 a 3,3 euro. Positivo il giudizio su Banca Popolare dell'Emilia Romagna che è destinato a sovraperformare il mercato con un prezzo obiettivo che scende da 5,6 a 4,7 euro.

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