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Bce annuncia linee guida più rigide per esame banche zona euro

Il quartier generale della Bce a Francoforte. REUTERS/Ralph Orlowski (Reuters)

FRANCOFORTE (Reuters) - La Banca centrale europea ha illustrato oggi i criteri con cui Francoforte si impegna a sottoporre le maggiori banche della zona euro a una valutazione complessiva. Un'operazione che mette in gioco la credibilità di Francoforte e che ha come obiettivo il ripristino della fiducia nel settore bancario, svelando eventuali rischi nascosti nelle pieghe dei bilanci prima dell'assunzione del ruolo di supervisore unico da parte dell'Eurotower dal novembre del prossimo anno. Nello spiegare i criteri per testare la sufficiente capitalizzazione delle 128 principali banche della zona euro (pari all'85% del sistema creditizio), la Bce ha reso noto che quelli adottati saranno complessivamente più severi rispetto a quelli utilizzati nelle ultime due tornate di stress test, condotte dalla European Banking Authority. Quest'ultima, infatti, aveva lasciato alle autorità nazionali la discrezionalità nella definizione dei non performing loan. La Bce, invece, ha precisato che tra questi tutte le banche dovranno considerare i crediti scaduti da oltre 90 giorni, come recentemente proposto dall'Eba. Sul fronte patrimoniale, la Bce richiederà alle banche un Common Equity Tier 1 dell'8%. La soglia avrebbe potuto anche essere più alta ma il suo raggiungimento potrebbe comunque risultare difficile per alcune banche. La totalità degli asset nei bilanci delle banche sarà scandagliata, e verrà monitorata sia l'attività patrimoniale in senso stretto, sia quella di trading. "Tutte le tipologie di asset, compresi i non performing loan, i prestiti ristrutturati e le esposizioni ai debiti sovrani saranno coperte", si legge nella nota diffusa dalla Bce. "L'asset quality review sarà condotta secondo criteri armonizzati... Per esempio (verrà utilizzata) la definizione semplificata utilizzata nella recente proposta dell'autorità bancaria europea (Eba) per le esposizioni non perfoming" spiega la Bce. Il criterio, ha voluto sottolineare il governatore di Bankitalia Ignazio Visco, è quello già usato da Via Nazionale, le cui basi di valutazione sono considerate dal mondo bancario tendenzialmente più severe rispetto a quelle di altri Paesi. "La valutazione della Bce "è un vantaggio per l'Italia perché ora ci sarà una base comune", ha detto a Reuters Gianni Zonin, presidente della Banca Popolare di Vicenza, nella lista dei 15 istituti italiani che saranno sottoposti alle verifiche [ID:nL5N0ID12W]. Si tratta ancora di un elenco provvisorio, che comprende, oltre alle banche italiane, 24 istituti per la Germania, 16 per la Spagna, 13 per la Francia, sette per l'Olanda, cinque per l'Irlanda, quattro per Cipro, Grecia e Portogallo. La valutazione, che sarà condotta sui bilanci al 31 dicembre 2013, partirà il mese prossimo e si chiuderà nell'ottobre 2014, ed entro novembre 2014, quando la Bce si assumerà il ruolo di supervisiore unico, verranno resi noti gli esiti. I BOND SOVRANI Nel novero degli asset compresi nell'esame sono compresi anche i bond sovrani. Un elemento che ha colto in contropiede qualche analista, anche alla luce del fatto che non è chiaro come verranno valutati. La Bundesbank da parte sua ha spinto perchè nei test ci siano diversi gradi di rischio per i titoli di Stato emessi nei diversi paesi, tenendo dunque conto della differenza valutazione del mercato. Ignazio Angeloni, direttore generale del dipartimento per la stabilità Finanziaria della Bce, illustrando le nuove linee guida, ha detto: "Non abbiamo intenzione di inventarci un nuovo modo di tenere conto dei titoli sovrani". D'altra parte però l'esponente della Bce ha aggiunto che i titoli sovrani sono una parte del rischio. "Penso che l'ampiezza della valutazione complessiva permetterà di cogliere anche questa componente". Inoltre lo stesso Angeloni ha spiegato che nella fase di stress test, in cui verrà misurata la capacità di resistenza a scenari di crisi, la Bce potrà far riferimento ai mercati obbligazionari. I SALVATAGGI In caso di carenza di capitale le banche interessate dovranno cercare di ovviare in prima battuta rivolgendosi al mercato, e solo in seconda istanza, potranno usufruire di supporto pubblico, nel rispetto delle regole nazionali ed europee. "Prima di tutto, dovrà intervenire il settore privato", ha spiegato Angeloni, illustrando le linee guida. "Una volta che i mercati sapranno di più e una volta che i rischi saranno meglio prezzati, allora gli investitori saranno più pronti a farsi avanti... non possiamo escludere la possibilità che questo non sia immediatamente abbastanza"", ha aggiunto. In caso di incapacità del Paese di far fronte alle esigenze di ricapitalizzazione, é previsto possa intervenire anche il meccanismo europeo di Stabilità, ma sulle modalità Berlino ha già mosso piantato alcuni paletti. "Questo (l'Esm) può essere solo usato se un Paese non è in grado di ricapitalizzare le sue banche da sé. Allora il Paese può presentare richiesta di aiuto al Fondo Salva Stati", ha precisato una nota del ministero delle Finanze tedesco. Preoccupata di dover supervisionare il settore bancario europeo in assenza di un paracadute comune, la Banca centrale europea ha più volte sollecitato i governi a mettere a punto un Meccanismo di risoluzione unica (Srm) per salvare o chiudere le banche in difficoltà. Ma il secondo pilastro dell'unione bancaria è ancora in via di definizione, visto che tra gli Stati non c'è accordo su quanto dei costi di salvataggio debba ricadere sui contribuenti, ovvero sui bilanci dei singoli Paesi. I piani per la definiziona del terzo pilastro, che prevede una garanzia comune sui depositi, si sono invece completamente arenati. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia