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Benetton in crisi, licenziamenti in vista

Il difficile periodo per l'economia italiana che stiamo vivendo sta causando difficoltà non solo alle piccole e medie imprese, ma anche ad alcune grandi aziende che hanno fatto la storia del made in Italy. Secondo quanto riportato da alcuni organi di informazione - Benetton avrebbe in programma 450 licenziamenti di cui 228 soltanto nelle sedi di Ponzano Veneto e Castrette di Villorba.

All’origine della crisi del noto marchio di moda vi sarebbe  una significativa contrazione delle vendite sui mercati italiano e spagnolo che rappresentano l’11% del mercato complessivo. L’amministratore delegato Biagio Chiarolanza ha chiarito come l’intervento non sia più procrastinabile. Cgil, Cisl e Uil hanno definito una “vera mazzata” per l’economia italiana. A tremare, infatti, non sono solamente tecnici, sviluppatori di prodotti, impiegati e operai, ma anche le aziende che sono fornitrici di Benetton. Uno degli effetti immediati della rivoluzione in casa Benetton, infatti, potrebbe essere la rescissione di 135 contratti di fornitura, stipulati, per la maggior parte, con aziende venete e il trasferimento delle commesse all’estero.

Contestualmente ai licenziamenti, Benetton avrebbe in programma 280 assunzioni sulla rete nazionale dei negozi ed è molto probabile che, vista la dimensione internazionale dell’azienda, simili riorganizzazioni vengano effettuate anche all’estero.

Se l’azienda Benetton non naviga in buone acque, la Edizione Holding (che controlla il 67% di Benetton Group Spa) continua a fare buoni affari con settori che poco hanno a che fare con il tessile: la ristorazione con Autogrill (57% della proprietà), Atlantia/Autostrade Spa (37%), Olimpia Spa che controlla Telecom e le grandi stazioni (16%), Sagat Spa (24%) che gestisce l’aeroporto di Torino e Cai/Alitalia (9%).

Insomma la famiglia ha esteso il proprio impero diversificando le attività e approfittando più di altri delle privatizzazioni volute nel 1999 dal Governo D’Alema. Nonostante l’aumento delle tariffe e la fase di grave recessione che ha spinto molti automobilisti a tirare i remi in barca e, magari, a percorrere più frequentemente le statali per risparmiare qualche euro, la famiglia Benetton ha incassato 4 miliardi di euro dai pedaggi autostradali con un bilancio in positivo di due punti percentuali.

Nelle ultime settimane del Governo Monti il ministro Corrado Passera ha fatto passare un provvedimento con il quale le tasse aeroportuali di Fiumicino sono state portate da 16 a 26,50 euro, uno splendido regalo a chi gestisce lo scalo della capitale. Nel provvedimento è anche previsto un ampliamento dell’aeroporto che sarà possibile solamente con l’inclusione dei 1300 ettari del terreno circostante di proprietà della Maccarese Spa. La proprietà di questa impresa agricola è della Benetton che nel 1998 la acquistò per 93 miliardi di lire (gli attuali 48 milioni di euro) con “l’impegno di mantenere la destinazione agricola e l’unitarietà del fondo”. Con un’unica scappatoia: l’esproprio. Che verrebbe pagato 20 euro al metro quadro per un totale di 200 milioni di euro. È molto probabile che Benetton venda allo Stato al quadruplo del prezzo d’acquisto (dallo Stato) un terreno sul quale si svolgerà un’attività da lei (parzialmente) gestita. Il talento nella tessitura, insomma, non è stato perso del tutto.