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I Bitcoin consumano più energia della Svizzera

[Getty}
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Libra, la criptovaluta annunciata qualche settimana fa dal capo di Facebook Mark Zuckerberg, è solo una delle molte criptovalute che saranno operative - o che già lo sono - sulle piattaforme digitali. Il suo arrivo ha risvegliato il dibattito sull’impronta digitale di queste tecnologie, cioè su quanto consumo energetico richiedano per poter essere sviluppate e rese operative.

La domanda è più che mai pertinente, soprattutto se pensiamo all più famosa delle criptovalute in attività: il Bitcoin. L’università di Cambridge, ateneo tra i più famosi al mondo, e in particolare il suo Centre for Alternative Finance, ha sviluppato uno strumento con cui ha potuto verificare che le operazioni di calcolo connesse alla manutenzione della criptovaluta sono pari a quelle di uno stato sovrano. La Svizzera, nello specifico: la cifra consumata dai Bitcoin è di 60,45 terawattora ogni anno, quella del paese alpino è di 58,46.

Il Centre ha poi lanciato in queste ore un sito web dal quale si può monitorare le stime sull'assorbimento energetico della rete Bitcoin, effettuarne proiezioni da qui a un anno e compararlo con altri dati. Il sito viene aggiornato ogni 30 minuti. E’ da lì che, per esempio, si evince che il consumo di energia per il conio e la gestione dei Bitcoin è pari allo 0,28% dell'intero consumo di energia elettrica globale. Che detta così fa già impressione, ma messa in altro modo è ancor più inquietante: l'energia assorbita dalla rete Bitcoin in un anno potrebbe far bollire l'acqua di tutte le teiere dell'intera Europa per un anno e mezzo.

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Il problema non è certo nuovo. Il dispendio in termini energetici della criptovaluta era noto, per via della stessa natura dei Bitcoin. Per produrne di nuovi, infatti, è richiesta sempre più potenza di calcolo da parte dei computer della Rete impegnati nel compito: Questo richiede server sempre più potenti, alimentati con sempre più energia. Eppure, lo sforzo del Centre di Cambridge va valutato con ponderazione, poiché i che producono e gestiscono i Bitcoin sono così tanti ed estesi al mondo, e sono gestiti in modo così disomogeneo da rendere decisamente difficile l’impresa di determinare con esattezza il loro consumo energetico.

In questo scenario le certezze sono due. La prima: il consumo è in costante aumento, e lo dimostrano tutte le ricerche che in passato hanno provato a effettuare il calcolo utilizzando anche metodologie differenti. La seconda: non si può sapere sapere quanta di questa energia provenga da fonti rinnovabili e quanta, al contrario, sia di quella che contribuisce ad aumentare l’impatto ambientale.

Insomma, si sa solo che aumenterà.