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Borsa Milano affonda ancora su Cina, pesanti Fca e lusso

Trader al lavoro. REUTERS/Neil Hall

MILANO (Reuters) - Piazza Affari archivia in netto ribasso una seduta segnata dalla prosecuzione del trend dei mercati azionari cominciato ieri dopo la svalutazione dello yuan.

La mossa di Pechino, figlia dei segnali di marcato rallentamento della crescita economica, ha affossato le borse e dirottato capitali sui porti sicuri delle obbligazioni governative emesse da paesi con rating elevati.

In chiusura, l'indice FTSE Mib ha perso il 2,96%, l'AllShare il 2,88% e il MidCap il 2,35%.

Volumi piuttosto corposi per il periodo ferragostano, per un controvalore di circa 3,8 miliardi di euro.

A picco l'automotive, settore che paga un dazio particolarmente pesante al rallentamento dell'economia cinese: lo stoxx europeo ha ceduto il 4,03%. A Milano sono affondate FCA (-6,46%), CNH INDUSTRIAL (-3,96%) e, tra le mid cap, PIAGGIO (-6,57%), affiancata dalla controllante IMMSI (-6,12%), e SOGEFI (-5,9%).

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Nel comparto, discorso a parte per PIRELLI (invariata), sostenuta dalla prospettiva dell'Opa che verrà lanciata da Marco Polo Industrial Holding.

Lo tsunami cinese ha continuato a danneggiare il lusso: FERRAGAMO -4,91%, MONCLER -3,94%, YOOX -4,26% e TOD'S -3,13%.

Vendute le società maggiormente esposte all'export e internazionalizzate: LUXOTTICA -4,95%, PRYSMIAN -5,14%, BUZZI -4,24%, FINMECCANICA -4,54%, STMICROELECTRONICS -3,93% e, fuori dal paniere principale, ESPRINET -5,1%, BIESSE -5,65%, REPLY -6,68%, MOLESKINE -5,36%, INTERPUMP -4,05% e DANIELI -4,43%.

Come ieri, hanno retto gli energetici: TENARIS +0,42%, SAIPEM -0,25%, SNAM +0,4% e TERNA -0,99%.

In linea di galleggiamento anche WORLD DUTY FREE (-0,1%) e ANSALDO STS (-0,16%).

Tra i petroliferi, prosegue il rally di SARAS: +2,06%.

Per il resto, banche in linea con listino, con INTESA SANPAOLO (-3,12%) e UNICREDIT (-2,93%) a braccetto. Male MONTEPASCHI (-4,79%) e, restando ai finanziari, AZIMUT (-4,04%).

Fra le small cap, ancora in evidenza ZUCCHI (+3,2%) sulle recenti indiscrezioni di possibile cessione della controllata MAscioni.

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