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Borse un po' esasperate verso l'alto, ma il risk-on è confermato

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l'intervista a Pietro Paciello, Head of Business Development and Chief Analyst presso Tier1FX, al quale abbiamo rivolto alcune domande sulle valute, su alcune commodities e sugli scenari attesi per le Borse. Pietro Paciello è autore del libro appena pubblicato TRADING PLAN. Per info clicca qu

Il dollaro continua a fare la voce grossa sia nei confronti dello yen che dell'euro. La forza del biglietto verde è destinata a proseguire? Cosa si aspetta per queste due coppie di valute?

Continua in maniera davvero impressionante la svalutazione dello yen che è da leggere come svalutazione competitiva. Il movimento è difficilmente riscontrabile nel passato ed è evidente quindi che sta sorprendendo molti operatori.
E' vero che è è stato un movimento molto impulsivo, ma era anche giusto considerare che prima di area 114/114,5 grandi resistenze non se ne riuscivano a leggere.

Il prossimo target, per quanto la situazione mi sembri troppo tirata, è addirittura in area 118 e la permanenza di questo clima favorevole al dollaro dovrebbe mantenere invariato lo scenario risk-on.
Oggi a Piazza Affari abbiamo assistito a delle vendite ma per il momento le classificherei solo come prese di beneficio perchè non mi sembra ci sia una vera pressione sul mercato. Sono solito misurare quest'ultima attraverso la debolezza del dollaro che non è affatto sotto pressione.

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Tornando al dollaro-yen, ribadendo il fatto che il movimento è troppo profondo e sembrerebbe necessitare di una pausa, ma lo diciamo ormai da qualche giorno, la prossima tappa è a 118, ma anche in quest'area non c'è un motivo tecnico per cui debba fermarsi la salita del biglietto verde.

Ragioniamo quindi solo per logiche di soglie fisiologiche e nient'altro e forse l'area dei 116 dal punto di vista squisitamente psicologico potrebbe anche essere capace di arrestare la dinamica in atto.
Diversamente il dollaro-yen muoverà in direzione di quota 118, scongiurando così la minaccia di uno scenario risk-off per i mercati.

L'euro-dollaro invece nelle ultime ore è un po' ondivago. Non c'è dubbio che ancora una volta Draghi ha fatto trading nel senso buono del termine perchè è stato capace per l'ennesima volta di spingere la moneta unica verso il basso.
Il quantitative easing della BCE è modificato ma non ha annullato e questo ha ridato forza al dollaro o se si preferisce debolezza all'euro. Quest'ultimo resta sempre legato alla grande area di supporto rappresentata dai recenti minimi a 1,0475/1,047.

Possiamo constatare un grande ipercomprato ma non sono mercati da mezze misure in questo momento, presentandosi piuttosto molto profondi e direzionali e come tali vanno lavorati e approcciati.
Per l'euro-dollaro sarebbe importante un via libera agli acquisti solo ad avvenuto superamento di area 1,07, ma finchè si resta sotto tale soglia l'euro rimarrà sempre straordinariamente debole e, salvo operazioni di breve termine, non mi sembra sia il momento di pensare ad accumulare euro contro dollaro.

Sul mercato dei cambi vorrei segnalare la sterlina che rispetto ai recenti minimi sta mettendo a segno un tentativo abbastanza consistente di inversione. Mi sembra sia stata abbandonata un'ottica molto ribassista come la si poteva leggere fino a qualche tempo fa.

La sterlina presenta una bellissima divergenza rialzista che lascia presagire che sta andando in fase di ricopertura. A mio avviso molti stanno chiudendo le posizioni short determinate dall'evento Brexit, per cui inizierei a guardare con attenzione alla sterlina in ottica trading ma solo al rialzo.

Credo che questa valuta possa rimbalzare abbastanza bene con possibile target a 1,39 per il cambio sterlina-dollaro, quindi ci sarebbe davvero molto spazio a disposizione.
Considerando che la valuta inglese è stata molto veloce nella discesa, potrebbe sorprendere ora in positivo. Questa idea verrebbe meno qualora il cable dovesse tornare sotto area 1,245 e a quel punto potrebbe proseguire nella marcia ribassista, ma fino ad allora cercherei di sfruttare questa bella divergenza rialzista che si è presentata all'orizzonte.

L'oro continua a mostrare debolezza con una discesa in direzione dei 1.160 dollari l'oncia. Cosa si aspetta per questa materia prima?

Il driver di tutto rimane l'oro che ha un'impostazione tecnica molto chiara e se dovessi ipotizzare il raggiungimento di un target tecnico capace di rallentare la dinamica in atto che si conferma risk-on, guarderei proprio all'oro. Il livello al quale si trova attualmente non è significativo e graficamente non ha alcuna consistenza.
Penso che il gold abbia un grande supporto in area 1.110 dollari e se dovessi vedere arrivarlo su quei livelli inizierei a fare un pensierino di short shelling sull'azionario abbastanza deciso.

Fino a quando l'oro si trova sui livelli attuali non offre segnali particolari e non sta reagendo positivamente come bene rifugio nè sta segnalando un dollaro che si indebolisce.
L'oro a mio avviso resta l'asset driver e la tenuta dei mercati azionari è giustificata anche dal fatto che nessun grafico ha raggiunto livelli tecnici importanti, nè l'oro.

Il petrolio si mantiene al di sopra dei 50 dollari al barile sulla scia dell'ottimismo alimentato dall'accordo Opec sulla produzione. Si aspetta ulteriori progressi nel breve?

In altre occasioni abbiamo sottolineato che il trend del petrolio si è invertito quando è stata rotta al rialzo area 35 dollari. Nell'ultima intervista parlavamo di una resistenza statica in zona 52/52,5 dollari e mi sembra che il mercato l'abbia sentita, ma pare che il petrolio voglia addirittura superarla.

Il greggio sui prezzi attuali non è un problema ma se dovesse iniziare a veleggiare verso area 60 dollari, dove può arrivare facilmente se supera la zona di congestione a 52/52,5 dollari, si potrebbero avere ripercussioni negativa sul mercato.

Quest'ultimo ha sofferto un petrolio molto debole, ma al contempo patirebbe per un greggio molto forte. Per ora non mi sembra che nessuno stia pressando al ribasso sull'oro nero e questo mi fa pensare che si possa arrivare anche a 63 dollari al barile, livello già difficilmente tollerabile dal mercato.

Alla luce di quanto detto fino ad ora quale messaggio possiamo dare per le Borse?

Le Borse sono in una fase di tonicità straordinaria e onestamente è difficile trovare delle situazione negative. Tutti i mercati mi sembrano un po' esasperati verso l'alto e molto indicativo come test potrebbe essere quello del Dax30 che su scala settimanale sembra stia percorrendo un canale laterale rialzista.
L'indice è a pochi punti di distanza dalla fascia superiore del canale e quindi anche questo è un test che a breve ci chiarirà le idee.

Credo che il Dax30 possa spingere ancora verso area 11.400 e in seguito dovrebbe prestare un po' il fianco alle prese di beneficio. Anche dal listino tedesco si evince che i movimenti attuali sono molto forti, quasi irrazionali direi.
In questo momento non si discute la direzione del mercato, ma si sta valutando in maniera un po' perplessa la profondità di azione.

Considerando che il mercato fino ad ora non si è mai preso una pausa, c'è il timore che allorquando dovesse farlo lo farà senza grandi compromessi, ma al momento non ci sono segnali intermarket in tal senso.
Personalmente sto assumendo posizioni short su Piazza Affari in ottica molto speculativa con stop molto stretti.
Non è da escludere quindi una pausa che, in virtù del movimento molto direzionale in atto, potrebbe rivelarsi piuttosto consistente, per cui credo che l'invito alla prudenza sia un dovere in questo momento.

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