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Borse: tempo di stock picking. Strategie operative e titoli Buy

Ottimizzare i vantaggi e ridurre al minimo le perdite e i rischi. Questa, in estrema sintesi, la prima regola da seguire per questo 2017 che continua la tradizione dei mercati all'insegna dell'incertezza, tradizione che tende ormai a radicarsi sempre di più anche a livello internazionale. La view di Antonio Landolfi Trader Master presso la Trading Room Academy (ant.landolfi@libero.it)

Il 2017 si apre con una parola d'ordine che ultimamente sta diventando sempre più presente e soprattutto pesante per gli investitori: incertezza. Se prima erano, più genericamente individuabili a livello internazioanle, adesso si possono focalizzare su zone e fattori precisi. Quali saranno nell'immediato, le ripercussioni di queso stnitment a Piazza Affari?

Il senso del primo articolo del nuovo anno, con il quale colgo ovviamente l’occasione per gli auguri ai numerosi ed affezionati lettori, è perfettamente racchiuso nel titolo. Infatti sono subissato da messaggi o mail di trader (analisti tecnici?) la cui unica richiesta riguarda i tempi entro cui arriverà una correzione sul nostro indice e vieppiù su quello americano, dando quasi per incerti solo i tempi di tale correzione. E la principale argomentazione è sempre la presenza sul nostro indice del gap-up del 7 dicembre. Ora, non per deludere tanti trader, ma quasi li invidio per le loro certezze se non fosse che queste ultime corrono il rischio di trasformarsi in perdite quando le “convinzioni” sono il principale driver della nostra effettiva operatività. Il bravo analista tecnico/trader (attenzione, molti confondono le 2 figure ed allo stesso tempo non sempre esse si fondono, anzi purtroppo ad essere sinceri molto raramente!) in alcuni casi sa quando è il momento di attendere conferme che ora più che mai necessiterebbero su quasi tutti gli indici. A prescindere dall’operatività strettamente intra-day infatti, a sottolineare l’attuale fase di incertezza sul nostro indice ci sono degli elementi grafici che mi sembra giusto rimarcare. E’ chiaro che la tendenza di lungo periodo è ancora ribassista (e non potrebbe essere altrimenti), ma quella di medio sta almeno provando ad incrinare tale certezza. In analisi tecnica tradotto in operatività ciò vuol dire che tutte le resistenze importanti (in qualunque modo individuate) dei time-frame più alti possono essere usate come aree di target ed anche di apertura di posizioni ribassiste, ma nello stesso tempo i supporti di time-frame intermedi/più bassi possono essere sfruttati per entrare long per un nuovo attacco alle predette resistenze. Per rimarcare con valori numerici reali la complessità di questa fase di incertezza, basta sottolineare che un vero segnale di debolezza del nostro future arriverà da una chiusura sotto 19020 (immagino già la gioia dei ribassisti pronti a stappare lo champagne a queste parole!), ma questo segnale potrebbe avere vita brevissima poiché già dalla prossima settimana troverà un validissimo supporto a 18960 e 18840!! Allo stesso modo un segnale incoraggiante al rialzo arriverebbe dalla rottura dei 19670 (qui sarebbero tentati di fare festa i rialzisti ), segnale che però troverà immediatamente tre piccoli muri a stopparlo e cioè i 20070, i 20470 e soprattutto i 20690.

Alla luce di quanto detto, dunque, come operare in Italia e in Europa, per minimizzare i rischi?

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Quindi a ben vedere sono veramente stretti i margini di manovra ed allora se devo suggerire un’operatività che minimizzi i rischi, dandomi anche un valido stop grafico, consiglio di attendere 2 indicazioni importanti:

  1. aspettare martedì 31 un’eventuale chiusura sotto 19205 ed allora impostare vendite in area 19380 con stop 19670 e target 18090;

  2. attendere l’eventuale, non certo, ritracciamento in area 18640 per ingressi long, stop 18280, per target 20070.

La difficoltà operativa sull’indice viene bilanciata, da qui il titolo, dalla possibilità di individuare dei titoli che presentino una più netta tendenza rialzista da provare a cavalcare.

Meritano pertanto un buy i titoli: Banca Generali buy 22,80, stop 22,59, target 25,80; Credem buy 6,08 e 5,94, stop 5,70, target 6,74; Esprinet (Londra: 0NFS.L - notizie) buy 6,80, stop 6,70, target 8,36; Falck Renewables (Londra: 0NXV.L - notizie) buy 0,9870 e 0,9770, stop 0,96, primo target 1,05.

Sul nostro listino mi terrei alla larga dai titoli Diasorin (EUREX: 3242311.EX - notizie) , Enel (Londra: 0NRE.L - notizie) , Banca Ifis (Londra: 0NBX.L - notizie) (se chiude il mese di gennaio vicino ai valori di 25,80) e Prysmian (EUREX: 3056144.EX - notizie) .

Non sembra avere caratteristiche diverse la dinamica del DAX che ovviamente a differenza del nostro indice non ha una serie di resistenze davanti, bensì un bel po’ di supporti in basso. Eppure a ben guardare sembra che abbia ancor meno voglia di esplosioni rialziste, che però potrebbero avere la meglio solo per mancanza di vere pressioni al ribasso. Diciamo che anche qui occorrerebbe attendere un segnale più concreto che al ribasso arriverebbe da una chiusura di future di martedì 31 al di sotto di 11440 che aprirebbe la strada per un ritorno a 10800, mentre al rialzo la strada è più aperta ma occorre una chiusura settimanale sopra 11807.

L’operatività più semplice è anche però forse la meno probabile e cioè, come anticipato ,una chiusura martedì 31 sotto/vicino ad 11440 ed allora da inizio febbraio venderemo 11485, stop 11701 e target 10828.

Le difficoltà operative sul DAX si traducono nella difficoltà a trovare dei titoli con potenzialità rialziste ben evidenti che comunque possono essere segnalate sui titoli: Metro (Dusseldorf: 62M.DU - notizie) qualora dovesse riuscire a superare la resistenza di 32,46, nel qual caso fisserei uno stop a 31,30 per un potenziale target in area 37,40 e Siemens (BSE: SIEMENS.BO - notizie) buy 110,70, stop 106,40, target 118,30.

Sul listino tedesco mi terrei lontano dal titolo BASF se (Xetra: BASF11 - notizie) rompesse 88,30.

Sugli altri listini europei sono interessanti da segnalare i titoli LVHM, buy 181,50, stop 175,60, target 201,50 e Saint Gobain (Londra: 490580.L - notizie) buy 43,40, stop 41,80, target 49,76 . Allo stesso modo mi terrei alla larga dal titolo Michelin (Parigi: FR0000121261 - notizie) e in special modo dal titolo Natixis (Londra: 0IHK.L - notizie) se dovesse chiudere il mese di gennaio al di sotto di 5,42 o, peggio, vicino a 5,36.

Impossibile non citare, anche solo di sfuggita, i listini Usa all'indomani del cambio della guardia alla Casa Bianca

Come detto all’inizio la voglia di short si concentra in special modo sull’S&P500 nell’inconfessata, errata ed effimera speranza di essere fra coloro che lo shorteranno sui massimi. Ne ho sentite e lette di cotte e di crude da chi vuole autoconvincersi, a giustificazione della propria idea ribassista, di vedere improbabili quanto netti segnali ribassisti (addirittura qualcuno ha paventato un testa e spalle in formazione sul grafico settimanale di cui invece non esiste indizio grafico). E’ vero altresì che occorre una buona dose di coraggio per entrare al rialzo su un indice che non conosce sedute ribassiste di una certa importanza da 3 mesi, ma allo stesso modo occorre sottolineare che sul future di tale indice i primi segnali di allarme arriverebbero solo sotto 2211, confermati da una chiusura al di sotto di 2177.

E’ altresì vero che i segnali rialzisti si limitano a ben pochi titoli tra i quali il più efficace sembra essere Union Pacific (Swiss: UNP.SW - notizie) , buy 105,4, stop 101, target 118,10.

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