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BPM-BP: i numeri della fusione e la view degli analisti

Alla fine la fusione è avvenuta. La nascita del Banco BPM è stata ufficializzata dalle assemblee di queste ore che hanno portato i soci a votare in larga maggioranza per il sì

I numeri dell'assemblea

Numeri alla mano nell'assemblea di Verona i voti a favore sono stati 23.683, i contrari 118 (pari a qualcosa come il 99,5% dei favorevoli) e gli astenuti 11 mentre alla Banca Popolare di Milano (Milano: PMI.MI - notizie) , i favorevoli sono stati 7.314 e 2.731 i contrari con un risultato un po' meno plebiscitario visto che il sì ha coperto una percentuale pari al 71,8%, ma che è riuscito a strappare comunque una maggioranza andata al di là del quorum fissato a 6.792 voti.

Ai vertici dell'azienda sederanno Giuseppe Castagna in qualità di amministratore delegato e Carlo Fratta Pasini come presidente mentre il comitato esecutivo sarà presieduto da Francesco Saviotti eDirettore generale sarà Maurizio Faroni.

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I prolemi alla base

La necessità della fusione è nata dal problema di una redditività che rischiava di non essere competitiva a livello internazionale ed europeo. E i numeri, almeno quelli del piano industriale al 2019, parlano proprio in questo senso: previsioni di un utile normalizzato a 1,1 miliardi di euro, una solidità patrimoniale al 19,9% del Cet1 riduzione delle sofferenze per 8 miliardi, 110 milioni di risparmi sui costi operativi ma anche tagli sul personale. In quest'ultimo caso si parla di qualcosa come 1.800 esuberi e 335 filiali chiuse che potrebbero aumentare in futuro viste le potenzialità dell'home banking e soprattutto la riduzione del gap informatico di cui, si spera, le generazioni future potranno godere e che renderanno sempre più superfluo lo sportello bancario classico. Ma il vantaggio per il gruppo sarebbe enorme, almeno stando al parere degli analisti che ricordano come i costi di finanziamento saranno più bassi e potranno contare sul fatto che la nuova creatura, in realtà, è il terzo polo bancario nazionale dopo Unicredit (EUREX: DE000A163206.EX - notizie) e Intesa, un punto di riferimento che può vantare al suo attivo anche una fortissima radicalizzazione sul territorio. Non solo ma guardando sempre i numeri non bisogna dimenticare che il nuovo protagonista porta con sé in dote 4 milioni di clienti, 2.467 sportelli e una quota di mercato dell'8,2%. Diverso, invece, il discorso per quanto riguarda il risparmio gestito: la sovrapposizone delle due anime del gruppo (Anima per Bpm (Other OTC: BPMI - notizie) e Aletti Gestielle per BP) potrebbe essere un'arma a doppio taglio. Se, infatti da un lato si pensa a creare una strategia differente per entrambe le realtà, dall'altra, per i più scettici richiederà in futuro un'integrazione più sistematica rispetto ad altre voci, come i servizi di It che, forti dalla parte di BPM, potranno essere utili anche per BP.

L'ottimismo degli osservatori

Un primo passo che è piaciuto alla comunità finanziaria italiana e che vede nella fusione l'incipit di un processo virtuoso che, si spera, potrebbe riequilibrare i pericolo sul fronte dei NPL, vera e propria piaga non solo per l'intero sistema bancario italiano ma anche per il gruppo appena creatosi. Le sofferenze, infatti, sono un possibile boomerang. Si teme per la capacità di reggere l'intero sistema dal momento che gli obiettivi sono ambiziosi: l'obiettivo prefissato è quello di ridurre il monte da 31,5 a 23,9 miliardi di euro. Ma allo stesso tempo si spera che proprio la fusione e quindi il terzo posto sulla classifica nazionale delle banche permetta alla nuova arrivata di gestire molto più agevolmente l'intero processo di smaltimento.

La questione governance

Insomma fondamentalmente il vento che soffia sull'intera operazione è un vento di bonaccia ma restano ancora altri punti interrogativi che vanno al di là dei numeri. Per la precisione quelli sulla governance: come accennato, entrambe le banche alla base della fusione hanno una forte caratterizzazione verso il territorio, purtroppo però la natura di public company potrebbe mettere a rischio l'impronta fondamentale. Alla fine si è deciso che il Cda di Banco Bpm avrà sede legale a Milano e amministrativa a Verona e vedrà al suo attivo 19 membri. Ma non sarebbe un'incognita che spaventa visto che Moody' ha già fatto sapere di aver messo sotto osservazione le due banche per un possibile upgrade sui rating e target price.

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