Braccio di ferro con l'Ue, rischio salasso per gli italiani
Per il momento siamo a livello di schermaglie, ma presto i contrasti tra il governo italiano e l'Europa potrebbero deflagrare. Con rischi molto elevati per i conti italiani, tanto nel comparto pubblico, che relativamente alle tasche di famiglie e imprese.
La battaglia contro l'austerity
Il premier Matteo Renzi da qualche giorno ha avviato una campagna di comunicazione incessante contro l'austerity imposta dall'Ue germanocentrica. A furia di stringere, è il succo del ragionamento, i cittadini e le aziende hanno ormai pochi soldi da spendere e investire. Così la disoccupazione resta su livelli elevati e le entrate dello Stato latitano. Insomma, gli squilibri dovuti alla grande crisi, anziché essere superati, si stanno aggravando.
Anche dall'altra parte, la posizione è tutt'altro che morbida. I funzionari di Bruxelles hanno già fatto sapere che i margini di flessibilità possono essere concessi solo in situazioni eccezionali e che l'Italia ha già beneficiato di questo atteggiamento. Quindi non ci sono più spazi in questo senso.
Prospettive inquietanti per il 2017
Alzando i toni dello scontro, il Governo italiano conta di aggregare il dissenso verso le politiche seguite in Europa negli ultimi anni. Il malcontento è diffuso soprattutto tra i Paesi in maggiore difficoltà sul fronte dei conti (Spagna e Francia, oltre alla Penisola), ma finora nessuno si è mostrato disposto a fronteggiare a viso aperto la posizione dominante della Germania nella definizione delle politiche economiche.
Adesso lo fa l'Italia, che per il 2017 si dovrà preparare a un'altra legge di Stabilità lacrime e sangue, dato che le sole clausole di salvaguardia (introdotte dai precedenti governi) impongono di trovare risorse aggiuntive per 16 miliardi. A meno che l'azione di contrasto all'austerity non risulti vincente.