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Brexit, Milano abbassa le tasse alla multinazionali che si trasferiscono

“Dobbiamo fare di Milano la capitale Ue del post Brexit”. Il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, insieme al collega dell’Economia, Padoan, lanciano la sfida, al fianco del sindaco di Milano, Beppe Sala. Si parte dall’Agenzia del farmaco: “Entro il 15 marzo verrà presentato il dossier per l’Ema a Milano”, commenta il primo cittadino milanese. “La decisione verrà presa dall’Ue entro l’estate, è una partita delicata ma su cui contiamo molto”. Gli avversari sono agguerriti, Amsterdam e Vienna in primis.

L’Ema si porterebbe a Milano un indotto a più zeri: mille dipendenti, altri di 2mila aziende farmaceutiche potrebbero arrivare nel capoluogo, con tanto di notti prenotate in hotel e biglietti aerei da comprare. Ma Milano non si ferma solo all’Agenzia del farmaco. “La città è attrattiva – continua il sindaco Sala – ogni mese c’è una nuova realtà che apre”. Amazon è l’ultima multinazionale che si allarga sotto la Madonnina, dopo Google, Samsung e Microsoft.

Il sindaco di Milano, Beppe Sala.
Il sindaco di Milano, Beppe Sala.

Per convincere banche, impese e singoli manager a trasferirsi a Milano, lasciando la Londra post Brexit, Comune e governo stanno preparando due opuscoli con informazioni utili per ricollocarsi in Italia. E sgravi fiscali: i manager che si trasferiranno in Italia per 5 anni saranno tassati solo sul 50 per cento della loro retribuzione e “chi ha importanti fortune all’estero, pagherà una tassa unica da 100mila euro per i redditi che sono maturati fuori dal territorio italiano”, commenta il ministro Padoan.

Gli investitori internazionali guardando Milano con interesse. Il progetto per rendere attraente il capoluogo lombardo come meta rifugio post-Brexit vanta un’intesa sul modello Expo. A Palazzo Marino si augurano di riscuotere lo stesso successo dell’Esposizione universale.