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Brexit: è la nuova Lehman? Ecco cosa si aspettano gli analisti

Come era inevitabile che accadesse, la vittoria della Brexit, che peraltro è giunta a sorpresa visto che gli investitori erano preparati a tutt'altro, sta seminando il mercato sui mercati finanziari.
Nella giornata odierna si assiste ad una vendita massiccia degli asset più a rischio come l'azionario e si vanno a rispolverare beni rifugio, come l'oro tra le commodities e lo yen tra le valute.
Guardando oltre la sessione odierna, ci si chiede a questo punto quali possibili scenari si andranno a delineare dopo l'esito del referendum di ieri in Gran Bretagna.

Difficile una valutazione degli impatti di lungo termine

Per gli analisti di Icbpi è molto difficile valutare gli impatti economici di più lungo termine, visto che gli stessi saranno condizionati anche da scelte politiche nei singoli Paesi e al momento è prematuro fare previsioni su questo fronte.
Al contempo gli analisti si aspettano ricadute molto negative nel breve sui mercati, come di fatto sta accadendo, per via dei timori legati ad una futura disgregazione dell'unione monetaria e anche in conseguenza del fatto che gli investitori avevano scommesso su una vittoria del Remain.

Come evidenziato dagli economisti di Natixis (Londra: 0IHK.L - notizie) , nel breve non avverrà nulla sul versante economico, ma le aspettative cambieranno in maniera rilevante e sarà questo a pesare sui mercati finanziari.
Anche per far fronte a questa situazione Natixis si aspetta un intervento delle Banche Centrali per evitare una ricaduta dopo lo shock inglese e come avvenuto in occasione della crisi del 2008/2009, gli accordi di scambio tra gli Istituti centrali si attiveranno per fornire liquidità ai mercati finanziari globali.

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Momento storico, ma la Brexit non è shock in stile Lehman

Non molto diversa la posizione dei colleghi di Bankhaus Lampe, a detta dei quali siamo in presenza di un momento storico e non è facile valutare l'impatto che si avrà sui mercati visto che non ci sono progetti sul futuro.
Gli esperti però parlano più di uno shock politico, le cui conseguenze saranno inferiori rispetto a quelle del fallimento di Lehman Brothers. Di (KSE: 003160.KS - notizie) fatto nel breve termine non cambia nulla e bisognerà attendere i negoziati per vedere come evolverà la situazione.

Simile la posizione del Credit Suisse (Londra: 0QP5.L - notizie) secondo cui la Brexit non rappresenta uno shock sistemico sul sistema finanziario al pari di Lehman Brothers o dell'uscita della Grecia dall'euro. La banca elvetica però parla di un potente punto di svolta e ritiene che questo passo indietro del Regno Unito sul tema della globalizzazione abbia il potenziale per avere implicazioni degne di nota sulla crescita economica, sugli utili societari e sui prezzi degli asset nel medio termine.

Anche per questi motivi gli analisti del Credit Suisse hanno deciso di rivedere al ribasso il target di fine anno per il Ftse100 da 6.600 a 6.200 punti, mentre le previsioni per l'S&P500 scendono da 2,150 a 2.000 punti.

Di sicuro con il risultato venuto fuori dalle urne in Gran Bretagna, si passa da un contesto risk-on ad uno risk-off, come evidenziato da Goldman Sachs (NYSE: GS-PB - notizie) . Gli analisti di quest'ultima parlano di un outlook sulla crescita significativamente più debole, visto che di fatto si è cristallizzato il maggior rischio macro per l'Europa quest'anno, rappresentato proprio dall'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea.

Goldman Sachs ha deciso di mettere in revisione le sue stime sull'Europa, in attesa di capire come interverranno le Banche Centrali per sostenere il funzionamento dei mercati.

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