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BTP: i livelli di agosto 2015 potrebbero essere (cara) realtà

L'appuntamento odierno di politica monetaria a stelle e strisce viene vissuto come una vigilia ricca di attesa non per i numeri che saranno diffusi ma quanto più per le parole a commento di essi. I primi sembrano essere scontati: nonostante la cautela sia doverosa la Federal Reserve quest'oggi - con molta probabilità - alzerà i tassi di un quarto di punto riportandoli all'1% dal precedente 0,75%. I future sui Fed Fund scontano la quasi certezza di questa azione a firma del presidente Yellen. Ciò che però importa maggiormente saranno le parole del leader di casa Fed: queste ultime verranno pronunciate al termine della conferenza stampa e l'attenzione degli investitori sarà orientata sulle prossime previsioni in materia di crescita economica ed inflazione. In Usa, pertanto, si aspettano le parole. All'opposto invece è stato il recente intervento del presidente della Bce Mario Draghi che, alle sue argomentazioni rassicuranti circa lo stato di miglioramento dell'area euro, ha fatto seguire importanti numeri: revisione delle previsioni sull'inflazione per l'anno in corso all'1,7% (rispetto all'1,3% di dicembre) 1,6% per il 2018 e 1,7% per il 2019. Anche la crescita viene stimata in rialzo (0,10%) sia per il 2017 che per il 2018. Tassi e Qe invariati.

Due politiche monetarie diametralmente opposte - sia nella forma che nella sostanza - ma accomunabili per la loro diretta conseguenza: l'accentuata flessione dei corsi obbligazionari.

FOCUS ITALIA - BTP FUTURE

Sul mercato domestico si è potuto assistere ad un importante collocamento di titoli di stato indicizzati all'inflazione dell'area euro. I 3 miliardi di euro offerti in asta hanno soddisfatto solo il 50% della domanda (6,4 miliardi). Il rendimento lordo all'emissione è stato pari a 1,316% con scadenza a maggio 2028. Una prima tranche che ha visto l'interesse degli investitori in chiave "conservativa" rispetto alle stime di crescita sull'inflazione: una vera e propria "ricerca di protezione" sui futuri rialzi del carovita.

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Sul fronte dello spread Bund/Btp non si evidenziano dati significativi: come citato in precedenza appare essere ormai una "non notizia" che - concretamente - viene presa in considerazione solo marginalmente.

Viceversa sul fronte operativo gli attuali corsi hanno raggiunto importanti livelli: il recente downside ha riportato gli scambi in coincidenza di area 128; soglia significativa perchè corrispondente sia alla trendline ribassista del Raff Regression Channel (calcolato in prossimità dei massimi di inizio 2017) che al supporto statico di medio termine (128,37). Allargando l'orizzonte temporale - e coerentemente con i previsti sviluppi in materia di politica monetaria - non appare proibitivo (in ottica di lungo termine) il raggiungimento di area 125,391 (agosto 2015).

Position keeping (trading settimanale): long con il superamento di 128,76 e take profit a 130,167. Short in caso di mancato supporto a 127,66 con primo target in corrispondenza di 126,80.

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