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Calenda, crisi non è alle spalle, attenti a mance elettorali

Il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, in una foto del 25 novembre 2016. REUTERS/Tony Gentile (Reuters)

ROMA (Reuters) - La crisi non è alle spalle, avverte il ministro dello Sviluppo economico Carlo Calenda, che mette in guardia dal rischio di "trionfalismi" e "mance elettorali".

"La crisi non è dietro le spalle, i dati lo dicono con grande chiarezza", ha detto Calenda intervenendo alla presentazione del rapporto "Scenari industriali" del Centro studi di Confindustria.

Il rapporto mette in luce come la manifattura italiana, pur mantenendo il settimo posto nella classifica mondiale, ai ritmi di crescita attuale tornerà ai livelli pre-crisi solo nel 2022.

Per Calenda bisogna soprattutto "evitare che questa fine legislatura e la campagna elettorale siano una fuga della realtà collettiva per cui si pensa che si possano distribuire mance elettorali a tutti. Non ci sono scorciatoie".

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Per aiutare le imprese italiane sopravvissute alla selezione della crisi -- "una risorsa scarsa che va coltivata" -- serve invece spingere sugli elementi che stanno funzionando: "Industria 4.0, internazionalizzazione, anche il lavoro che un po' recupera".

Gli industriali, dice il loro leader Vincenzo Boccia, temono "ansietà e attesa... dall'incertezza che potrebbe verificarsi dopo marzo rischiamo un Paese commissariato e che la ricreazione cominci".

Il Csc sottolinea nel rapporto che la risalita della produzione, iniziata nell'autunno 2014, prosegue "con un andamento a gradini", e che la produzione industriale ha perso negli anni della crisi il 18,4%.

Tra i gruppi di industrie, l'incremento maggiore ha riguardato i beni strumentali, che in tre anni hanno recuperato interamente la caduta registrata nella seconda recessione crescendo del 15,5% e raggiungendo un livello superiore dell'1,4% rispetto al massimo precedente.

Positivo anche l'andamento dei beni di consumo durevole, mentre quelli di consumo non durevole sono stati frenati dall'andamento di abbigliamento e tessile nonostante il traino di farmaceutica e alimentari e bevande.

Uno dei problemi del settore resta quello del credito bancario alle imprese, "ancora troppo debole", e di cui il Csc auspica la ripartenza.

(Antonella Cinelli)

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