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Calvin Klein su Kendall Jenner: “Non l’avrei scelta per la mia campagna pubblicitaria”

Quando ha debuttato online, la nuova campagna pubblicitaria della linea underwear di Calvin Klein ha mandato il Web in visibilio, complice i protagonisti, veri e propri beniamini della nuova generazione: da una parte Justin Bieber, ex bambino prodigio oggi cantante venerato da milioni di fan, dall’altra Kendall Jenner, “piccola” di casa Kardashian oggi vezzeggiata e corteggiata dai più grandi e importanti brand del fashion world, che la voglio alternativamente in passerella o su set fotografici, non soltanto per il fisico mozzafiato, ma anche per i 54,4 milioni di follower su Instagram. Che, uniti ai 65,4 di Bieber, fanno quasi 120 milioni di persone adoranti pronte ad acquistare qualsiasi cosa i loro idoli indossino o pubblicizzino.

Ed è anche per questo che gli ingaggi, soprattutto per la Jenner, si moltiplicano di giorno in giorno. Tra i tanti ammiratori, però, è inevitabile che spunti fuori anche qualche detrattore, anche e se quando si tratta del tuo datore di lavoro la delusione è decisamente maggiore: in una recente intervista, Calvin Klein in persona ha confessato candidamente di non essere affatto impressionato dal successo di Kendall, aggiungendo che non avrebbe mai scelto lei per la pubblicità dei suoi abiti.

Lo stilista 73enne, che a oggi non ricopre più una posizione direttiva nell’azienda che ha fondato nel 1968 e che dal 2003 è gestita dalla Phillips Van Heusen Corp, ha partecipato a un evento organizzato al Savannah College of Art and Designer, durante il quale ha rivelato che “non conosco Kendall Jenner, devo essere onesto. Sono sicuro che sia un’adorabile giovane donna”, per poi aggiungere però che non avrebbe scelto lei come testimonial per una sua campagna pubblicitaria: “Non è il tipo di cosa che avrei fatto io, neppure oggi. Justin Bieber invece sì”.

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“Quando ho detto che mi piaceva nella campagna per la linea Underwear, l’ho detto perché effettivamente mi piace, e non perché ha milioni di follower - ha proseguito inclemente - Adesso le modelle sono pagate in base a quanto seguito hanno. Sono ingaggiate non perché rappresentato l’essenza del designer, cosa che io cerco di fare, ma perché hanno molti follower online. E non penso che a ungo termine sia una cosa che funziona, non credo sia una formula che garantisce il successo del prodotto che stai cercando di vendere”.

Ma Kendall non è stata l’unica a finire nel mirino di uno degli stilisti più amati e famosi del mondo: “Se fai bellissime fotografie delle persone giuste nei vestiti giusti e nel posto giusto, e le metti online, va benissimo - ha concluso - Ma limitarsi a mettere vecchi abiti addosso a Kim Kardashian, a lungo andare, non porta a nulla”. Chissà cosa ne pensano le dirette interessate.