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Cameron non esclude uscita GB da Convenzione Europea sui diritti umani

Giudici britannici a Londra, da Westminster Abbey verso il Parlamento dopo una cerimonia che segna l'inizio dell'anno giudiziario, in una foto dell'ottobre 2013. EUTERS/Stefan Wermuth (Reuters)

LONDRA (Reuters) - La Gran Bretagna potrebbe abbandonare la Convenzione Europea sui Diritti Umani, se non dovesse vedere accolte le modifiche che ha chiesto all'applicazione delle regole comuni, ha detto oggi il primo ministro britannico David Cameron. Il Partito Conservatore di Cameron, che a maggio ha vinto a sorpresa le elezioni, vuole modificare l'attuale legislazione sui diritti umani per ridurre l'influenza della Corte Europa dei Diritti Umani, che ha sede a Strasburgo, in Francia. "Siamo molto chiari sul fatto che vogliamo che a decidere siano giudici britannici in tribunali britannici", ha detto Cameron in Parlamento rispondendo a un deputato dissidente del suo stesso partito, che gli chiedeva di escludere l'abbandono della Convezione. "Il programma illustrato nel nostro manifesto non implica che abbandoniamo la Convenzione, ma spieghiamolo con assoluta chiarezza: se non otteniamo ciò che ci occorre, non escludo nulla". Secondo i critici, tra cui alcuni rappresentanti dello stesso partito di Cameron, abbandonare la Convenzione indebolirebbe i diritti umani in tutti i 47 paesi che l'hanno firmata, perché altri governi potrebbero sentirsi liberi di ignorare il trattato. Ma Cameron vuole modifiche che impediscano a criminali di origine straniera, nei casi di espulsione dal territorio britannico, di poter ricorrere al tribunale di Strasburgo appellandosi al diritto a mantenere la propria vita familiare, evitando così la deportazione. I Conservatori vorrebbero sostituire la Convenzione con una Carta britannica dei diritti, su cui però non hanno dato finora molti dettagli. (Kylie MacLellan) Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia