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Camusso sorpresa da parole Renzi su libertà di licenziamento

Il segretario generale della Cgil Susanna Camusso. REUTERS/Max Rossi (Reuters)

ROMA (Reuters) - Il segretario della Cgil Susanna Camusso si dice stupefatta dalle dichiarazioni del presidente del Consiglio, Matteo Renzi, che domenica ha parlato della necessità di garantire agli imprenditori la possibilità di licenziare. "Ieri sera è stata detta una cosa che non era mai stata detta in questo paese, che il punto è la garanzia alle imprese della libertà di licenziare. Su questo dobbiamo concentrarci oggi", ha detto la Camusso entrando alla riunione con il segretario generale della UIl Luigi Angeletti e Annamaria Furlan, indicata come probabile successore di Raffaele Bonanni alla guida della Cisl. Renzi discurterà alla direzione del Partito democratico di oggi pomeriggio della modifica dell'articolo 18 che disciplina i licenziamenti senza giusta causa. Nei giorni scorsi il segretario del Pd ha detto che se il Parlamento non adotterà nei tempi previsti la delega al governo per il mercato del lavoro procederà con un provvedimento di urgenza. "La Cgil è pronta allo sciopero" se Renzi adotterà un decreto, ha ribadito oggi la Camusso. La norma dello Statuto dei lavoratori del 1970 protegge i dipendenti delle aziende più grandi contro i licenziamenti senza giusta causa ma non quelli assunti nelle piccole e con contratti a termine. Per quanto il suo utilizzo sia marginale, da più di un decennio è oggetto di aspri scontri tra governo e sindacati e all'interno dei partiti e delle stesse organizzazioni dei lavoratori. Ieri sera a "Che tempo che fa" Renzi ha detto che "il datore di lavoro deve avere il diritto di lasciare a casa qualcuno" e "che lo Stato deve farsi carico del lavoratore licenziato offrendo indennizzo e corsi di formazione". "Noi non cancelliamo soltanto l’articolo 18, noi cancelliamo il Co.co.co e tutte quelle varie forme che hanno fatto proliferare il precariato. Inventiamo un meccanismo nuovo!", ha proseguito il capo del governo. La Camusso ha usato parole dure anche su questo punto: "Renzi non sa che i co.co.pro non esistono più. Esistono altre forme di precariato come le associazioni di partecipazione. Si può far propaganda o un ragionamento serio ma non penso che nella delega e nelle parole del presidente del Consiglio ci sia l'intenzione vera di ridurre il precariato". (Roberto Landucci) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italianoLe top news anche su www.twitter.com/reuters_italia