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Case a 1 euro, continuano le occasioni

Una vecchia casa (foto: Getty)
Una vecchia casa (foto: Getty)

Quando partì, in sordina, l'iniziativa sulle case in vendita a 1 euro, i primi sindaci furono decisamente sbeffeggiati. Come è possibile, si chiedevano i primi commentatori, che si possa anche solo immaginare un business legato totalmente alla parola ristrutturazione in piccoli paesini ove è costante la fuga di abitanti?

Eppure dopo qualche anno i comuni e le frazioni che mettono in vendita case a un euro sono sempre di più. C'è un portale, casea1euro.it, che raccoglie la maggioranza delle offerte; c'è interesse da parte di italiani e stranieri; c'è una maggiore consapevolezza del valore nascosto di edifici che hanno il potenziale per diventare un fiore all'occhiello di intere comunità.

Come si sa, i borghi italiani sono considerati in tutto il mondo un patrimonio dell'umanità, per bellezza artistica e anche naturalistica, visto il rapporto armonico con la conformazione del territorio. Nel corso dell'industrializzazione del paese questi borghi si sono svuotati, e le case abbandonate non sono riuscite a rientrare sul mercato per due motivi: nuove edificazioni nelle periferie delle grandi città; mancanza di appeal per manifesta 'vecchiaia'.

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Il primo bando sulle case a un euro fu quello di Salemi, poco più di 10mila abitanti, in provincia di Trapani, in Sicilia. Sono arrivate poi le imitazioni: Lecce nei Marsi, nel cuore del Parco Nazionale d’Abruzzo; Carrega Ligure, tra Alessandria e la Liguria; Ollolai e Nulvi, in Sardegna; Pizzone, presso Isernia; Montieri e Fabbriche di Vergemoli, in Toscana; Regalbuto, Mussomeli, Condrò e Gangi, in Sicilia; Patrica, nel Lazio; Biccari, in provincia di Foggia; Sambuca, in provincia di Agrigento.

Proprio a Sambuca le case in vendita (con bando d'asta) erano ben 16. L'amministrazione ha ricevuto a riguardo 100mila contatti, tra email e telefonate; la CNN ha dedicato un servizio e Discovery userà il paesino come 'set' per una sua produzione televisiva.

L’asta di Sambuca si è conclusa all’inizio del mese di aprile 2019; lo scorso 8 maggio sono state aperte le buste. Le offerte arrivavano anche da Cina, Russia, Stati Uniti, Francia, Regno Unito, Emirati Arabi Uniti. I nuovi proprietari delle case ora avranno tre anni di tempo per ristrutturare gli edifici e possibilmente usarli come abitazioni in regime di prima o seconda casa.

Tutto il sistema delle case a un euro riguarda abitazioni molto vecchie, dismesse o addirittura fatiscenti, che hanno il potenziale per ritornare a far parte del nucleo storico dei borghi e renderli ancora più caratteristici. La ristrutturazione deve tenere conto infatti delle particolarità dei borghi stessi e, soprattutto nelle zone sismiche, può diventare un buon modo per dare alle abitazioni i primi principi fondamentali di sicurezza.

Come funziona? Chi decide di acquistare casa a un euro (direttamente o tramite asta a buste chiuse) deve accompagnare alla richiesta un progetto di ristrutturazione e rivalutazione della casa; sostenere le spese notarili per la registrazione, le volture e l’accatastamento; impegnarsi a far partire i lavori una volta ottenuti i permessi.

Bisogna per forza essere dei milionari? Assolutamente no. Premesso che la ristrutturazione non è sempre conveniente per una nuova famiglia, in particolare pensando agli spazi e agli ingombri impossibili da scegliere, bisogna ricordare comunque che dare una nuova vita a una struttura già esistente può evitare un'eccessiva cementificazione dei territori. Dunque piuttosto che acquistare un terreno a caro prezzo e poi edificare una nuova abitazione, si può risparmiare quel costo partecipando all’iniziativa.