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Cdp Reti, vicina cessione 35% a State Grid of China

di Luca Trogni e Francesca Landini MILANO (Reuters) - State Grid Corporation of China (SCCG), prima utility pubblica al mondo, sta per sbarcare in Italia con un'operazione che la porterà a detenere, in trasparenza, poco più del 10% di Snam e Terna, i due campioni nazionali nella distribuzione di energia. A condurre l'operazione, anticipata nei giorni scorsi da Reuters, è la Cdp, confermando stamane da Pechino, dove si trovano i suoi vertici, di essere in trattativa avanzata con il colosso asiatico per la cessione del 35% di Cdp Reti, la controllante con quote di circa 30% di Snam e, a breve, anche di Terna. Cdp realizza così una dismissione rivelatasi nel corso dei mesi meno facile del previsto e riesce nello scopo di cedere una quota rilevante senza mettere in discussione la governance di Cdp Reti, quindi delle reti nazionali per gas ed energia elettrica. In attesa dell'accordo finale, previsto secondo la nota in un "breve lasso di tempo", parametro per il valore dell'operazione sono i circa 2,4 miliardi a cui ha fatto indirettamente riferimento l'AD di Cdp, Giovanni Gorno Tempini, partendo dalla capitalizzazione in borsa delle due società. Entrata rilevante, che si vedrà poi se da destinarsi ad attività della Cdp a sostegno dell'economia nazionale o attraverso un dividendo straordinario al Tesoro, azionista all'80%, che punta con qualche difficoltà a ridurre il debito tramite dismissioni. SCCG da parte sua si assicura una partecipazione che è garanzia di rendimento negli anni e allarga la sua presenza in Europa dove è sottopesata. "Per State Grid of China quello in Cdp Reti è un investimento fondamentalmente finanziario, dettato dal fatto che Snam e Terna sono asset regolamentati con una stabile generazione di flussi di cassa. E storicamente il loro 'dividend yield' è stato alto, un fattore molto attraente in una fase di tassi di interesse molto bassi" commenta Javier Suarez, analista di Mediobanca Securities. Il gruppo cinese è oggi presente in Portogallo con una quota del 25% di Ren, distributore nazionale di energia, e in Grecia concorre alla gara per la privatizzazione dell'operatore nazionale Admie, cui partecipa anche Terna. L'operazione di SCCG è la seconda condotta in meno di tre mesi dall'industria cinese in Italia. A maggio era stato il Fondo Strategico Italiano, anch'esso espressione della Cdp, a cedere per 400 milioni di euro il 40% di Ansaldo Energia a Shanghai Electric e ad accordarsi per due joint-venture in Cina. Mentre, dal lato finanziario, lo scorso marzo la banca centrale People Bank of China è entrata nell'azionariato dei due maggiori gruppi italiani nel settore energia, Eni ed Enel con quote di poco supeiori al 2%. PER CDP RETI IN ARRIVO FINANZIAMENTO, PER CDP DIVIDENDO STRAORDINARIO A latere dell'operazione, in base a quanto spiegato a Reuters da alcune fonti, Cdp Reti accede a un finanziamento per 1,5 miliardi di euro da parte di un consorzio di banche e della Cdp, che riceverà poi un dividendo straordinario da impiegare nelle proprie attività o da girare, almeno in parte, al Tesoro, azionista con l'80%. Cdp Reti, sinora holding di controllo passiva, diventerà in questo modo una società con un ridotto livello di debito - oggi non ne ha - quindi con una struttura fiscalmente più conveniente per un gruppo che ogni anno riceve cospicui dividendi. Allo stesso tempo SCCG, con cui sono stati condivisi i contenuti dell'operazione, spunterà condizioni più convenienti. Nel dettaglio a sostenere il finanziamento sono la stessa Cdp, per circa metà dell'importo, e un consorzio di banche formato da Banca Imi, Bnp Paribas, Hsbc, Mediobanca, SocGen e UniCredit. Il prestito avrà una tranche per 500 milioni, con durata 5 anni, mentre il restante miliardo sarà un finanziamento ponte, in attesa che Cdp Reti lanci un bond per lo stesso importo con cui rimborsarlo. CESSIONE INAUGURA PIANO DISMISSIONI, TARGET GOVERNO ANCORA LONTANO La mossa su Cdp Reti rappresenta la prima dismissione di rilievo nell'ambito del programma di cessioni di asset pubblici nel 2014 che prevede privatizzazioni per lo 0,7% del Pil, pari quindi a circa 10 miliardi di euro. La Ipo di Fincantieri, finalizzata dall'inizio a dare risorse alla società, non a Cdp e Tesoro, si è conclusa con un risultato - 350 milioni - lontano dalle attese. Il ministero dell'Economia prevede poi la cessione del 40% di Poste Italiane e del 49% di Enav, società interamente controllate, per un incasso sino a 5,8 miliardi da destinare alla riduzione del debito. Ma per Poste i tempi potrebbero allungarsi, complice il cambio al vertice che sta portando con sé una revisione della struttura societaria. Mentre, nel campo delle quotate, il ministero intende cedere il 3% di Eni e il 50% di Stm Holding a cui fa capo il 27% di STMicrolectronics. Per quanto riguarda Cdp, rispetto al programma iniziale restano un potenziale 14% di Cdp Reti (per giungere al 49% annunciato), la privatizzazione di Sace e di Tag. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia