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ChemChina e Sinochem in trattative per possibile mega fusione

La sede della China National Chemical Corporation a Pechino, nel luglio 2009. REUTERS/Stringer/File Photo (Reuters)

PECHINO (Reuters) - I due gruppi cinesi della chimica Sinochem e ChemChina, entrambi a controllo pubblico, sono in trattative per una possibile fusione che darebbe vita a un gigante da 100 miliardi di dollari di ricavi l'anno tra prodotti chimici, fertilizzanti, petrolio, riferiscono tre fonti. L'operazione è stata proposta dal governo centrale cinese nell'ambito degli sforzi di ridurre il numero di società pubbliche e creare operatori più grandi e competitivi nel panorama mondiale, spiegano le fonti. I vertici delle due aziende si sono incontrati questa settimana per discutere della possibile fusione, riferisce una delle fonti. Un'altra spiega che entrambi i gruppi hanno avviato la due diligence sul concorrente. Interpellato in merito, un portavoce di ChemChina ha detto che "questa cosa non c'è", mentre quello di Sinochem ha detto di non essere a conoscenza di trattative. Nessun commento dalla commissione pubblica che supervisiona le aziende a controllo statale (SASAC). Benché allo stadio iniziale, le trattative arrivano quando China National Chemicals Corp (questo il nome ufficiale di ChemChina) sta chiudendo l'acquisizione da 43 miliardi di dollari del gruppo svizzero di pesticidi e sementi Syngenta, che in apertura di borsa perde il 2% circa. Se l'operazione andasse in porto sarebbe tra le più grandi fusioni mai viste tra aziende pubbliche cinesi, simile ai matrimoni che hanno dato vita al gigante dei trasporti navali China Cosco Shipping, al produttore di treni CNR-CSR e, più recentemente, alla fusione tra Baosteel Group e Wuhan Steel. L'unione tra i due gruppi chimici, stando ai ricavi 2015, eclisserebbe agevolmente la tedesca BASF, oggi primo produttore al mondo di chimica industriale per fatturato. ChemChina è, tra l'altro, il primo azionista dell'italiana Pirelli. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia