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Cina, borse in rialzo dopo abbandono stop a scambi, yuan più forte

Pechino, un'investitrice in un ufficio di brokerage, oggi. REUTERS/Jason Lee (Reuters)

SHANGHAI (Reuters) - I principali indici azionari della Cina oggi hanno registrato una crescita decisa dopo che Pechino ha abbandonato il meccanismo che aveva interrotto gli scambi per due volte questa settimana e che è stato accusato di esacerbare il sell-off, ottenendo l'effetto opposto a quello desiderato. La banca centrale cinese, inoltre, ha fissato un midpoint più alto per la banda di oscillazione dello yuan sul dollaro per la prima volta in nove giorni di borsa, dopo che ieri ha consentito la più grande caduta della valuta negli ultimi cinque mesi, provocando un caos globale a livello di mercati azionari e valutari. I mercati cinesi hanno avuto un inizio d'anno decisamente turbolento, caratterizzato da fixing dello yuan rispetto al dollaro in calo, due giorni di sospensioni degli azionari, indicatori macroeconomici negativi e le preoccupazioni circa l'incombente vendita di azioni da parte di soggetti che in precedenza avevano le mani legate. Disattivato il meccanismo di blocco delle contrattazioni, l'ndice CSI300 e quello Shanghai Composite sono balzati del 2% circa. L'indice CSI300 aveva perso circa il 12% nei primi quattrogiorni dell'anno, annullando l'incremento fatto registrare nell'intero 2015. "Il mercato è tornato alla normalità", sottolinea Tian Weidong, analista di Kaiyuan Securities. "Gli investitori possono acquistare e vendere come vogliono. Con il meccanismo dell'interruttore il mercato è stato soffocato". Per calmare i mercati valutari, la banca centrale ha fissato il punto medio dello yuan a 6,5636 nei confronti del dollaro, rafforzando la divisa rispetto al livello di ieri (6,5646). Lo yuan onshore ha recuperato terreno sino a 6,5874, mentre la valuta offshore si è indebolita dell'1,4% circa, a 6,6835, con il risultato che lo spread tra le due valute, ieri arrivato al 2% circa, si è ristretto. "Mentre il mercato è stato lasciato con l'incertezza di quanto cadrà lo yuan, l'azione della banca centrale cinese è stata letta come un segnale che alla valuta cinese non sarà consentito di crollare", dice Yoshinori Shigemi, strategist di JP Morgan Asset Management. Alcune fonti hanno detto che il regolatore dei cambi ha ordinato ad alcune banche, tra cui quelle di Shenzhen, di limitare gli acquisti di dollari da parte dei clienti, allo scopo di arginare i deflussi di capitali. RICHIESTA DI CHIAREZZA Dopo la svalutazione di ieri, la banca centrale di Pechino ha creato confusione intervenendo pesantemente per difendere lo yuan negli scambi offshore. "La volatilità del mercato questa settimana suggerisce che nessuno davvero sa quale sia la politica in questo momento", afferma la banca DBS. "O se il governo sia in grado di attuare questa politica, ammesso che ve ne sia una". I mercati restano cauti riguardo agli obiettivi valutari della Cina. Secondo diverse fonti, la banca centrale è sotto pressione da parte di alcuni politici che desiderano un calo rapido e drastico dello yuan, anche del 10-15%. Una raffica di indicatori economici nelle prossime settimane probabilmente mostrerà che l'attività economica ha continuato a rallentare nel mese di dicembre, aggiungendo nuove preoccupazioni sulle prospettive del 2016. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia