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Come sarà l'estate in Borsa? Titoli e temi hot a Piazza Affari

Come sarà l'estate in Borsa? Titoli e temi hot a Piazza Affari

Di (KSE: 003160.KS - notizie) seguito riportiamo l'intervista realizzata a Stefano Bagnoli, economista e analista fondamentale, capo Ufficio Studi per Alpha Value Mangement e advisor di un fondo di investimento azionario absolute return.

I mercati azionari continuano ad inviare segnali positivi, pur mostrando una certa cautela di fondo. Si aspetta ulteriori progressi nel breve?

Il tono generale dei mercati azionari in queste settimane è certamente positivo. Il QE e la politica monetaria ultraespansiva dei tassi a zero della BCE (Toronto: BCE-PA.TO - notizie) hanno costruito una forte rete di protezione per i mercati obbligazionari e per quelli azionari, con la forzata compressione del rischio percepito, e di conseguenza l'aumento dei valori e dei prezzi.
Il focus ora è sulle dichiarazioni di alcuni funzionari delle maggiori istituzioni europee relative alla volontà di accelerare la ricerca di una soluzione strutturale per il problema dei Non Performing Loans.

Dall'altra parte dell'oceano Janet Yellen, venerdì scorso, parlando alla Harvard University, ha detto che "probabilmente un rialzo dei tassi di interesse nei prossimi mesi si rivelerà opportuno". Subito dopo i future sui Fed Funds hanno segnalato un aumento delle probabilità di rialzo dei tassi: dal 30 al 34% per giugno, dal 58 al 62% per luglio, oltre il 90% per dicembre.

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“Se l’economia e il mercato del lavoro continueranno a migliorare" è corretto per la Fed intervenire in modo “cauto e graduale” con un aumento del costo del denaro. La Yellen però ha evitato di offrire eccessive certezze ai mercati o di legare le mani alla Banca centrale: una stretta di politica monetaria troppo affrettata e aggressiva anziché traghettarci verso la normalizzazione dei tassi, rischierebbe di provocare rovesci economici e sui mercati, davanti ai quali la Fed oggi avrebbe scarsi strumenti per rispondere. Infatti se i tassi sono troppo bassi, le capacità di intervento della Fed sono chiaramente limitate.

Il PIL americano nel primo trimestre è stato rivisto al rialzo a +0,8% da 0,5%, contro attese per +0,9%, mentre su base annua l'incremento è stato del 2%. Crescita e inflazione USA non sono ancora così forti da suggerire e permettere un deciso rialzo dei tassi, da anni invocato dal sistema bancario.

Bisogna anche considerare che il meeting della Fed il 14-15 giugno sarà una settimana prima del referendum inglese sulla Brexit: su questo punto i mercati sono confortati dai sondaggi, oggi fortemente orientati verso l'opzione della permanenza. E anche questo è uno dei motivi che sta spingendo i mercati al rialzo. Tuttavia la Fed potrebbe aspettare, con prudenza.

Molti operatori sono dunque convinti che non sarà giugno il mese del secondo rialzo dei tassi. Nel (Londra: 0E4Q.L - notizie) 2016 ci sono solo quattro meeting che si concludono con lo speech del presidente: marzo, giugno, settembre e dicembre, ed è pensabile che le scelte di intervento sui tassi avvengano in uno di questi quattro appuntamenti. Ecco perché diventa improbabile una decisione di intervento nel mese di luglio. Rimane settembre, ma siamo già molto vicini alla scadenza elettorale per il rinnovo del mandato alla Casa Bianca.

In definitiva il secondo rialzo potrebbe essere in giugno o in settembre: nel primo caso i mercati verrebbero sorpresi, perché ne stanno apprezzando solo uno, in dicembre, e la reazione sarebbe ribassista; la stessa cosa avverrebbe anche in settembre, ma in questo caso la Fed avrebbe vari mesi per preparare il mercato alla notizia.

Pressoché sicuro un rialzo dei tassi nel meeting di dicembre, quando la Casa Bianca avrà già inquilino (o un'inquilina, dato che la candidata democratica è Hillary Clinton, a mio avviso probabile vincitrice) per i prossimi quattro anni.

In conclusione un rialzo dei tassi in giugno sarebbe ribassista per i mercati; un non rialzo in giugno darebbe ulteriore spinta rialzista.

Anche il quadro geopolitico evidenzia di nuovo qualche elemento di criticità. In Siria è ripresa la guerra civile, in Iraq e Libia non era mai finita. L'ISIS prosegue la sua strategia militare nel Medio Oriente e nel Nord Africa. Molti paesi continuano a incrementare la spesa militare e se lo fanno certamente significa che sul piano diplomatico gli equilibri generali sono molto instabili. Il problema dei migranti crea sempre più attriti nei paesi ospitanti. Sul fronte attentati c'è una prolungata pausa, che purtroppo non è destinata a durare ancora a lungo.

Come ripetiamo da mesi il disposto combinato di un rialzo dei tassi Fed con un aumento del rischio geopolitico, produrrebbe motivi ribassisti più forti delle ragioni che oggi alimentano il rialzo, e determinerebbe una fase di discesa dei mercati azionari per almeno tutta l'estate, e anche oltre. Soprattutto se il consenso non intenderà quel rialzo come (relativamente) isolato, ma come l'inizio di un ciclo di rialzi. Dopo la riunione di giugno della Fed ne sapremo di più.

Piazza Affari ha recuperato terreno nelle ultime giornate, riportandosi al di sopra di quota 18.000. Ci sono le condizioni per assistere ad ulteriori salite? Quali i livelli da considerare per il Ftse Mib?

A Piazza Affari fino a quando sarà attiva la condizione sistemica Risk on sovraperformerà gli indici europei, nonostante il pessimismo sul settore bancario, riportandosi verso i 19.000 punti di indice.

Sempre con riferimento a Piazza Affari, ci sono dei titoli e dei settori sui quali consiglia di puntare e altri dai quali è meglio mantenere le distante per ora?

I settori da preferire sono ovviamente quelli più growth sensitive, come industriale e bancario. Nel secondo caso tuttavia bisogna essere selettivi perché non tutte le banche sono nella medesima condizione: Intesa Sanpaolo Banca Popolare di Milano sono certamente da preferire. Una certa attenzione merita anche ENI (Londra: 0N9S.L - notizie) , che con il prezzo del petrolio in rialzo ormai da metà febbraio, vede il valore del suo business aumentare giorno dopo giorno.

Il petrolio è arrivato a lambire l’area dei 50 dollari al barile: ritiene questo possa essere un target di breve? E’ bene prepararsi ad un ritorno delle vendite?

Penso che il rialzo del petrolio continuerà. Da quando l'inflazione bassa è considerata un problema, il prezzo del petrolio è correlato in modo fortemente diretto con i mercati azionari. E dunque fino al permanere della condizione sistemica Risk on resterà orientato al rialzo, ma seguirà i mercati azionari al ribasso in caso di correzione o di inversione. Il target del prezzo del petrolio per il medio termine rimane 65-70 dollari.

A tal proposito non bisogna dimenticare la IPO sempre più probabile e vicina di Saudi Aramco, la maggiore azienda al mondo di produzione e distribuzione di petrolio. Le difficoltà economiche dell’Arabia Saudita rendono la privatizzazione del colosso del petrolio una possibilità tangibile. Dato il forte potere degli arabi di condizionamento del prezzo del barile, e data la circostanza che la futuribile IPO richiederebbe ottimi numeri per una valorizzazione alta della società, non è da escludere che il prezzo del petrolio verrà mantenuto ancora al rialzo o comunque sui valori di oggi, molto più alti di qualche mese fa.

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