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Parte conto alla rovescia su referendum decisivo per Renzi

La sede della Corte di Cassazione a Roma. REUTERS/Remo Casilli (Reuters)

di Massimiliano Di Giorgio ROMA (Reuters) - Parte il conto alla rovescia per il referendum sulla riforma costituzionale a cui Matteo Renzi ha legato il futuro del suo governo. La Corte di Cassazione ha dato il via libera oggi alla consultazione che mette fine al bicameralismo paritario e riporta allo Stato alcuni poteri delle Regioni, ritenendo conformi le oltre 500.000 firme raccolte dai comitati per il Sì. Il referendum è molto atteso, anche dai mercati, ma l'esito è incerto, con i sondaggi che indicano un testa a testa tra Sì e No e moltissimi indecisi. Venerdì scorso l'agenzia di rating Dbrs ha messo sotto osservazione, per un possibile downgrade, il rating sovrano A(low) dell'Italia proprio per le incertezze politiche legate all'esito della consultazione popolare e le difficoltà del settore bancario, in un contesto di crescita fragile. Secondo fonti del governo e diversi osservatori, il voto sarà a novembre, probabilmente verso la fine del mese, per assicurare il varo della legge di Stabilità che deve essere inviata a Bruxelles entro metà ottobre. Per gli analisti di Barclays non si andrebbe a elezioni immediate, ma si formerebbe un governo provvisorio in grado di armonizzare i sistemi elettorali nei due rami del Parlamento. L'Italicum riguarda infatti solo la Camera dei deputati. Il capo dello Stato avrà ora 60 giorni per promulgare un decreto, su proposta del Consiglio dei ministri, con la data del referendum. E la domenica in cui si voterà dovrà essere compresa tra i 50 e i 70 giorni dalla promulgazione del decreto. I CONTRARI DENTRO E FUORI LA MAGGIORANZA Il Movimento 5 Stelle, che nei sondaggi è il principale avversario del Pd di Renzi e potrebbe vincere le prossime elezioni politiche al ballottaggio, ha chiesto al governo di indicare subito la data del referendum. Tutti i partiti di opposizione sono contrari alla riforma e invitano a votare no ritenendo che il nuovo sistema consegni un eccesso di potere al governo e mini l'equilibrio tra gli organi costituzionali. Ma Renzi ha problemi anche in casa. La minoranza Pd lega il suo appoggio al referendum a una modifica dell'Italicum. E anche l'alleato centrista Ncd di Angelino Alfano vorrebbe cambiare il sistema elettorale, che premia i singoli partiti e non le coalizioni, e pone una soglia di sbarramento del 3% per entrare in Parlamento. Renzi ha detto di essere disponibile, qualora ci fosse una maggioranza parlamentare. Sull'Italicum pende il giudizio della Corte Costituzionale, che a inizio a ottobre valuterà i ricorsi dell'opposizione contro la legge. Se la Consulta lo bocciasse, il Parlamento dovrebbe approvare una nuova legge. Fino ad allora, resterebbe in vigore un sistema proporzionale con soglia minima per l'ingresso in Parlamento (conseguente alla bocciatura del Porcellum decisa dalla Consulta a inizio 2014). L'obiettivo della riforma costituzionale è quello di aumentare i poteri del governo centrale e di accelerare l'iter delle sue decisioni. Il nuovo Senato (composto da 100 senatori, di cui 5 di nomina presidenziale, contro i 315 attuali più quelli a vita) non voterà più la fiducia al governo e avrà competenza solo su una parte delle leggi. La riforma elimina definitivamente le province e il Cnel, modifica l'istituto del referendum e il quorum per l'elezione del presidente della Repubblica. Sul sito it.reuters.com le notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia