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Corte Ghana decreta che 30% ricavi giacimento Eni vada in deposito fiduciario per disputa

Il logo Eni durante il Nigeria International Petroleum Summit a Abuja, Nigeria

ACCRA (Reuters) -Un tribunale commerciale ghanese ha deciso che il 30% dei ricavi provenienti da un giacimento petrolifero gestito da Eni sia messo in un conto fiduciario, come richiesto dall'operatore locale di un giacimento adiacente, in una controversia sulla combinazione dei progetti.

Springfield, che gestisce il campo petrolifero Afina, vicino al campo Sankofa di Eni, aveva chiesto al tribunale di preservare le entrate da Sankofa fino a quando non sarà raggiunto un accordo e ciascuno otterrà una quota.

Il tribunale ha detto che la sua decisione proteggerà gli interessi di Springfield mentre permetterà a Sankofa, che produce oltre 50.000 barili di petrolio al giorno, di continuare ad operare e coprire i costi.

Nessuna delle società ha rilasciato dichiarazioni al riguardo. Con miliardi di dollari in ballo, la sentenza potrebbe aggravare la disputa se si dovesse arrivare all'arbitrato internazionale.

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I campi petroliferi adiacenti devono essere unificati per ridurre i costi di produzione.

Tuttavia, Eni e il partner Vitol sostengono di non avere ragioni per ritenere commercialmente producibile la scoperta di Afina da parte di Springfield, e che l'ordine di unificare i giacimenti era prematuro.

Entrambe presenteranno la loro difesa sul caso tra 10 giorni, secondo il tribunale.

Sankofa, attivo dal 2017, fa parte del progetto Eni 'Offshore Cape Three Points', al largo della costa atlantica del Ghana. Secondo Eni, il sito ha riserve di gas pari a circa 40 miliardi di metri cubi e riserve di petrolio pari a circa 500 milioni di barili.

Secondo Springfield, Afina, scoperto nel 2019, ha riserve per 1,5 miliardi di barili di petrolio e circa 19,8 miliardi di metri cubi di gas.

(Tradotto da Alice Schillaci in redazione a Danzica, in redazione a Roma Stefano Bernabei, alice.schillaci@thomsonreuters.com, +48587696614)