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Il debito pubblico mondiale? Cento trilioni di dollari

"Cancella il debito", cantava nel 2000 Jovanotti assieme a Carliños Brown. Un debito mondiale che in quattordici anni non solo non è stato cancellato, ma si è ingrandito senza sosta e pare non abbia alcuna intenzione di fermarsi. A dichiarare a quanto ammonta attualmente, la Banca dei regolamenti internazionali (Bri): 100 mila miliardi di dollari, che corrispondono a quasi una volta e mezzo la ricchezza creata sulla terra in un solo anno.

Cento trilioni di dollari sono tanti, troppi soldi e in soli 7 anni sono lievitati come il pane: dal 2007 - anno dell'inizio della crisi finanziaria - ad oggi, il debito è aumentato del 40%, passando  da 70 a 100 trilioni.
Secondo la Bri, il "lievito madre" di questo debito sono stati i Governi mondiali e le loro politiche economiche, intenti a salvare il sistema finanziario dal default. Basta prendere come esempio la situazione degli Stati Uniti d'America, Paese da cui la crisi ha avuto origine: qui il debito è passato dai 4.500 miliardi di dollari agli attuali 12 mila miliardi.
Ma non sono soltanto i Governi la causa dell'indebitamento, ci sono anche le aziende industriali e finanziarie e le obbligazioni garantite da attività collaterali, come le Abs.

L'enorme debito pubblico, nella maggior parte dei casi o comunque per quanto riguarda l'Europa, è stato assorbito dalle banche che, come riporta Il Sole 24 Ore, "ha rafforzato quel legame (potenzialmente vizioso) fra governi e istituti finanziari che ora con molta fatica la Bce e le altre autorità regolamentari tentano di sciogliere".
E proprio la Bce ha fornito agli istituti di credito il denaro necessario per l'acquisizione del debito, attraverso due ingenti operazioni di rifinanziamento a 3 anni (i cosidetti Ltro) che hanno iniettato sul mercato mille miliardi di euro. Operazioni che però hanno portato i titoli di Stato a crescere sempre di più, con picchi soprattutto per le banche italiane (+62%, 407 miliardi), portoghesi (+52%) e spagnole (+45%). Ricordiamo inoltre che il debito pubblico italiano ammonta ormai a oltre 2mila miliardi di euro.

Aumenta il debito, ma calano i rendimenti, scesi in sei anni dal quasi 5% al 2%. E i titoli sovrani dei cosidetti PIIGS sono scesi addirittura ai minimi storici: Secondo gli indici Bofa Merrill Lynch, i titoli di Grecia, Irlanda, Italia, Portogallo e Spagna hanno raggiunto la scorsa settimana il 2,44%, mentre nel 2011 si attestavano intorno al 9,5%. Qualcuno la vede un'opportunità, specie per chi deve acquistare e finanziare il debito, ma che per altri - conclude Il Sole - "assomiglia molto a una «bolla»".