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Diamanti in banca, a breve decisione Antitrust, Intesa interviene su rivendite difficili

Diamante in una gioielleria di Milano. Foto del 18 ottobre 2016. REUTERS/Stefano Rellandini (Reuters)

di Maria Pia Quaglia e Alberto Sisto MILANO (Reuters) - In attesa dell'Antitrust, che dovrebbe a breve pronunciarsi sull'inchiesta per pratiche commerciali scorrette nei confronti dei due pricipali intermediari di diamanti venduti nelle banche italiane, c'è chi lancia un salvagente ai clienti che non riescono a rivendere le pietre preziose acquistate in filiale. Secondo l'associazione di consumatori Aduc, che ha ricevuto oltre duecento segnalazioni di clienti scontenti per l'acquisto di diamanti nelle varie banche, Intesa Sanpaolo ha riconosciuto ad alcuni l'importo speso a fronte della restituzione della pietra. Una fonte vicina alla situazione spiega che Intesa ha corrisposto il prezzo di acquisto a un numero circoscritto di clienti che lo hanno richiesto, in possesso di diamanti dalle caratteristiche meno commerciabili, assumendosi direttamente il mandato della rivendita in precedenza in capo all'intermediario. Si tratta di un numero di richieste non superiore all'1% dei clienti di diamanti della banca e al momento, aggiunge la fonte, non ci sono casi di clienti rimasti con pietre invendute. A febbraio l'Antitrust ha avviato due procedimenti per pratiche commerciali scorrette nei confronti di Diamond Private Investment (Dpi) e di Idb (sia la società Intermarket Diamond Business spa che Idb Intermediazioni Srl), le due principali società che vendono diamanti anche attraverso gli sportelli bancari. Da allora Idb, il broker da più tempo sul mercato, partner di UniCredit e Banco Bpm, ha avviato una riorganizzazione interna e interrotto l'attività di vendita. Prosegue viceversa l'offerta di diamanti di Dpi, che ha accordi con Intesa Sanpaolo dal dicembre 2015 e con Mps. Le quattro banche sono state oggetto di perquisizioni a fine giugno da parte della Guardia di Finanza, che ha acquisito documenti e materiale informatico con l'ipotesi di reato di truffa. Nessuno dei soggetti oggetto delle perquisizioni all'epoca ha rilasciato dichiarazioni. Nessun commento al momento da parte UniCredit, Banco Bpm e Mps, interpellate sull'opportunità di un intervento a favore dei clienti simile a quello proposto da Intesa. Sul discusso acquisto di diamanti in banca Consob ha acceso un faro dopo che i prezzi di vendita hanno sollevato i dubbi dei media l'anno scorso, quando il giro d'affari ha superato i 500 milioni di euro. Erano 300 milioni circa nel 2015, secondo le stime dichiarate da Idb e Dpi. Questi ultimi hanno sempre detto che i prezzi dei loro listini includono una serie di servizi, tra cui la ricerca di un acquirente per la rivendita dei diamanti a un prezzo certo, differenziando così la propria attività da quella delle gioiellerie. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia