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RES PUBLICA - Dopo Europee, si torna a parlare di candidati al Quirinale

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. REUTERS/Paolo Giandotti/Italian Presidency Press Office/Handout via Reuters (Reuters)

di Paolo Biondi ROMA (Reuters) - Eugenio Scalfari l'ha anche scritto l'altra domenica di avere chiesto confidenzialmente a Mario Draghi se è interessato ad andare al Quirinale, ricevendo un diniego. Ieri ne ha parlato Gianroberto Casaleggio nell'intervista a Marco Travaglio: se Giorgio Napolitano dovesse lasciare i grillini rifarebbero le quirinarie per identificare un loro candidato. Intanto uno dei partecipanti alle quirinarie dello scorso anno, Romano Prodi, rilascia oggi alla Stampa un'intervista che odora di Colle. E Claudio Cerasa sul Foglio di ieri raccontava di un incontro della fondazione "Italia Decide" con Giuliano Amato, Gianni Letta e Luciano Violante, con il primo convinto che "se il voto dovesse premiare Grillo" la strada per Eta Beta sarebbe spianata per salire sul colle più alto di Roma. La rielezione del presidente della Repubblica non è nelle scadenze ufficiali prossime venture del Paese, mancano ancora sei anni. Eppure nessuno pensa che il secondo mandato di Re Giorgio - come lo chiamano ormai un po' tutti, sfottendo poteri che la crisi del Paese ha dilatato - giungerà a termine, a iniziare da lui stesso. Dipende da cosa succederà nel dopo voto. Se si farà la da lui richiesta a gran voce riforma elettorale, la scadenza potrebbe avvicinarsi rapidamente. E si farà se il clima post elettorale resterà stabile. Per questo che si riparli di Quirinale è indirettamente un giudizio sul risultato elettorale. Una sorta di sondaggio. ((Redazione Roma, reutersitaly@thomsonreuters.com, +39 06 85224352, Reuters Messaging: paolo.biondi.reuters.com@reuters.net)) Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia