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ECONOMICA - Italia, da reddito disponibile e credito al consumo linfa per crescita

di Luca Trogni MILANO (Reuters) - Nel terzo trimestre dello scorso anno il reddito disponibile delle famiglie italiane, mostrano i dati Istat, è cresciuto dell'1,5% rispetto al corrispondente periodo 2014. In buona parte questo si è tradotto in un maggiore risparmio, tornato solidamente a crescere, ma ne hanno beneficiato anche i consumi. E in questa direzione vanno anche i dati recentemente diffusi dalla Banca d'Italia: a novembre il credito al consumo, con durata superiore all'anno, concesso dalla banche è salito a 78 miliardi di euro, con un rialzo di oltre il 40% sull'anno precedente. Una maggiore propensione ad indebitarsi per acquistare beni durevoli che rappresenta una novità in un paese tradizionalmente poco incline in materia. Nello stesso tempo il livello di indebitamento totale, poco oltre i 600 miliardi per oltre la metà costituiti da mutui per l'abitazione, non sembra preoccupante a fronte di risparmi che sfiorano i 4.000 miliardi. Gli ultimi dati vanno in un'unica direzione: a trascinare la ripresa economica nel 2016 saranno i consumi. Non si tratta di una peculiarità italiana. In base agli ultimi dati diffusi dall'Ocse la voce 'consumi privati' è quella che già nella seconda parte dello scorso anno ha trainato la crescita dei paesi industrializzati. PIU' DIFFICOLTA' PER EXPORT E INVESTIMENTI La centralità dei consumi si appresta a essere accentuata dal quadro internazionale e dall'andamento di investimenti e spesa pubblica. Il rallentamento della Cina e, più in generale, le difficoltà dei paesi emergenti, toglie spazio di crescita alle esportazioni, il tradizionale driver dell'economia italiana che già nel 2015 ha mostrato qualche difficoltà. Gli investimenti continuano a essere frenati dalla rigidità del sistema bancario italiano alle prese con la difficile gestione di 200 miliardi di sofferenze. Il dato di novembre dei prestiti alle imprese diffuso da Banca d'Italia, con il primo rialzo da oltre tre anni e mezzo, indica una timida inversione di tendenza che ha bisogno di consolidarsi nei prossimi mesi. La spesa pubblica, nonostante la recente marcia indietro del governo sulla spending review, è comunque attesa su livelli costanti e quindi neutra rispetto alla dinamica dell'economia. Il focus torna quindi necessariamente sui consumi. Secondo Mariano Bella, a capo dell'ufficio studi di Confcommercio, quest'anno, a fianco del proseguimento del trend positivo nella vendita di auto, sarà tutto il settore dei beni durevoli, dagli elettrodomestici ai mobili, a crescere. "Abbiamo attese positive anche per il turismo e per beni e servizi delle comunicazioni, mentre per abbigliamento e alimentari la ripresa sarà più lenta", dice Bella. Nei prossimi mesi il governo, che pure nella legge di stabilità non ha fatto mancare misure a sostegno dei consumi, dovrà valutare se questo basterà in presenza di un quadro internazionale incerto. Secondo il consensus raccolto da Reuters [ID:nL8N14W35K] la crescita 2016 si potrebbe fermare all'1,3%, ben sopra quella del 2015, ma distante dall'1,6% su cui si basa il quadro di finanza pubblica fornito da Roma alla Commissione europea. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia