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Elezioni Francia: colpo di scena... che piace ai mercati

La paura dell’uscita di Parigi dall’euro potrebbe essere stata scongiurata grazie a quello che è avvenuto ieri. Il leader centrista François Bayrou si è ritirato dalla corsa all’Eliseo accettando di appoggiare Emmanuel Macron.

I numeri

Una scelta che ha permesso ai mercati di avere qualche rassicurazione in più sul fronte di un addio all’Unione che non è mai piaciuto a nessuno, soprattutto considerando che la Francia è la terza economia del Continente dopo Germania e Inghilterra, quest’ultima in fase di divorzio dall’Ue. A confermare la (forse) ritrovata serenità, sono stati i numeri dello spread tra Oat francesi e Bund tedesco in calo di circa 10 punti (72 attuali contro i precedenti 83) così come il rendimento del decennale francese, intorno all’1%, in calo rispetto all’1,1% precedente. Il merito, dunque, va a Bayrou e al suo 4-5% di consensi che lo circonda e che andrà a confluire in gran parte al rafforzato fronte elettorale di Macron. Il tutto, proprio mentre la Le Pen (Other OTC: PENC - notizie) stava continuando a ridurre il gap di consensi con i suoi avversari sfruttando proprio le indecisioni della sinistra francese e gli scandali che hanno coinvolto Fillon.

Ma perchè i mercati gioiscono?

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Macron, avversario di Le Pen, è in vantaggio sulla rappresentante di estrema destra con un margine maggiore di quello di Fillon il quale, a causa della recente serie di scandali che hanno coinvolto lui e la sua famiglia, anche in caso di eventuale vittoria, potrebbe rappresentare una pietra d’inciampo futura, addirittura per l’intero governo qualora le accuse dovessero proseguire intaccando anche la fiducia nel suo operato politico.

In molti temono la Frexit, soprattutto dopo le “sorprese” arrivate da Londra con un addio all’Ue che praticamente nessuno dava per certo nei sondaggi. Per Parigi il rischio non sarebbe inferiore, per entrambe le parti, a cominciare dai costi: contrazione di oltre il 2% annuo per l’Institut Montaigne che sfiorerebbe così il 9% sul lungo periodo. Ma le instabilità francesi potrebbero costare care anche all’Italia visto che la nazione è considerata il tallone d’Achille dell’Unione a causa del suo debito pubblico esorbitante (il secondo dopo la Grecia) e della fragilità politica che proprio in queste ore, con la confusione di un PD in pieno marasma sullo sfondo e di un governo da tutti considerato temporaneo in primo piano, sta esacerbando i timori dei mercati. Di (KSE: 003160.KS - notizie) ieri la notizia che l’Europea ha allungato ad aprile la scadenza per la presentazione delle misure di correzione del deficit imposte all’Italia (deficit strutturale dello 0,2% del Pil) ed evitare la procedura per debito eccessivo.

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