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Eni, accordo con sindacati su raffinerie dopo rottura di ieri

La sede di Eni a Roma. REUTERS/Alessandro Bianchi (Reuters)

di Francesca Piscioneri ROMA (Reuters) - Eni e i sindacati di categoria, con la mediazione del governo, hanno ricomposto la frattura di ieri sera raggiungendo un accordo sul destino delle raffinerie di Gela e Porto Marghera. "Le parti hanno ribadito la validità degli accordi sottoscritti nel 2013 e 2014 relativamente ai siti di Gela e Porto Marghera", si legge in una nota del Mise. La major petrolifera ribadisce che il settore è in crisi - "con un ulteriore peggioramento" previsto sia in Italia che in Europa - ma accetta per il momento di mantenere in attività la raffineria siciliana, confermando l'investimento da 700 milioni promesso un anno fa e mantenendo i livelli occupazionali. Ciò in attesa "che venga definito un progetto in grado di dare stabilità di lungo periodo al sito di Gela", secondo un comunicato del ministro dello Sviluppo Federica Guidi che ha condotto la trattativa. Ieri il tavolo era saltato sul piano di investimenti da circa 2 miliardi per l'area di Gela di cui però solo 250 milioni, dai precedenti 700, erano destinati alla riconversione. Gli occupati sarebbero stati 790 sugli attuali 970 ma nessuna indicazione veniva data sul futuro dei circa 2.500 lavoratori dell'indotto. Oggi invece Eni si sarebbe impegnata a riprendere il processo di manutenzione a Gela per garantire la conservazione e la successiva riconversione del sito, rimettendo in funzione anche la linea 1, distrutta da un incendio e coinvolgendo anche i lavoratori dell'indotto. Contrario al piano si era mostrato anche il presidente della Regione Sicilia, Rosario Crocetta, che aveva minacciato di interrompere anche le trattative sull'utilizzo dei pozzi petroliferi nell'isola. L'intenzione iniziale di Eni, per far fronte alla crisi del segmento raffinazione, era quella di chiudere cinque siti in Italia, tra cui Gela e Porto Marghera, con un piano industriale orientato su esplorazione e produzione e meno sul downstream. I lavoratori del settore raffineria in Italia sono circa 30.000. Il confronto su Gela prosegue ora a livello territoriale fino alla prima settimana di settembre per poi tornare al Mise entro metà settembre. Eni e sindacati hanno anche trovato una mediazione su Porto Marghera decidendo di analizzare le problematiche legate all'Aia (autorizzazione integrata ambientale) che attualmente impediscono il riavvio previsto del cracking. L'azienda ha inoltre confermato "la realizzazione degli investimenti relativi alla seconda fase del progetto di riconversione della Green refinery nei tempi previsti dall'accordo e ha anche ribadito la strategicità del petrolchimico Versalis", si legge nella nota del Mise. Un nuovo tavolo di incontri su questo sito sarà avviato entro fine settembre. Eni ha annunciato oggi i risultati del secondo trimestre, inferiori alle attese. Seguirà l'illustrazione del piano industriale. Sul sito www.reuters.it altre notizie Reuters in italiano. Le top news anche su www.twitter.com/reuters_italia