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Eni Nigeria, a giudizio società, Shell, Descalzi e Scaroni

La sede Eni a San Donato Milanese. REUTERS/Stefano Rellandini/File Photo (Reuters)

MILANO (Reuters) - Il Gup di Milano Giusy Barbara, al termine dell'udienza preliminare sulle presunte tangenti Eni in Nigeria, ha stabilito oggi il rinvio a giudizio, tra gli altri, di Eni, del suo AD Claudio Descalzi e del predecessore Paolo Scaroni, di Shell e di quattro suoi ex manager per corruzione internazionale.

Lo hanno riferito fonti legali e giudiziarie, aggiungendo che il giudice ha fissato l'inizio del processo il prossimo 5 marzo davanti alla X sezione penale del tribunale di Milano.

L'accusa, sostenuta dai pm coordinati dal procuratore aggiunto Fabio De Pasquale, ipotizza il pagamento di tangenti per 1,3 miliardi di dollari per l'acquisto da parte di Eni e Shell della licenza per l'esplorazione del campo petrolifero Opl-245 in Nigeria. Il periodo dei fatti contestati va dall'autunno 2009 al 2 maggio 2014.

A dibattimento andranno quindi Eni e Shell (imputate per effetto della legge 231 sulla responsabilità delle società) e altre 13 persone, fra le quali Descalzi (nella sua veste, all'epoca dei fatti, di direttore generale della divisione Exploration e Production) e Scaroni e l'ex presidente della Shell Foundation ed ex direttore esecutivo per esplorazione e produzione di Shell, Malcolm Brinded, che si è detto "deluso" dalla decisione del giudice, ha dichiarato di non aver fatto nulla di male e che questo verrà chiarito in ogni sede legale, aggiungendo: "Non c'è assolutamente alcuna base per le accuse contro di me"

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ENI E SHELL: FIDUCIA SARA' DIMOSTRATA ESTRANEITA'

Tutti gli imputati hanno sempre ribadito la propria estraneità alle accuse.

Il titolo Eni alla notizia del rinvio a giudizio è sceso in Borsa ai minimi di seduta, cedendo circa lo 0,4%, per poi riportarsi in territorio positivo e tornare nuovamente sui minimi di giornata quando manca circa un'ora alla fine della sessione. Il gruppo ha emesso una nota in cui il Cda ribadisce la massima fiducia nella correttezza della società e del suo AD e della loro "estraneità a condotte corruttive anche in base a verifiche svolte da consulenti indipendenti".

Shell in una nota si è detta "delusa" dall'esito dell'udienza preliminare, espimemndo fiducia "che i giudici accerteranno l'insussistenza delle accuse".

PER DUE MEDIATORI PM HA CHIESTO 5 ANNI IN ABBREVIATO

Sulla stessa vicenda nigeriana, in un procedimento separato col rito abbreviato (cioè direttamente in udienza preliminare, a porte chiuse, invece che in un dibattimento pubblico di rito ordinario), che dà diritto alla riduzione di un terzo della pena edittale massima, la procura ha chiesto la condanna a cinque anni di reclusione di Obi Emeka e Gianluca Di Nardo, ritenuti dall'accusa fra i mediatori della presunta corruzione.

Questo procedimento, dopo la requisitoria dei pm, è stato quindi rinviato al prossimo 28 marzo, quando davanti al Gup Barbara prenderanno la parola per le arringhe difensive gli avvocati dei due imputati, che hanno sempre respinto le accuse.

(Emilio Parodi)

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