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Gli Eurodeputati propongono un piano salva acqua

Un piano per risolvere il problema dell'acqua in europa, che ogni anno rischia di sprecare il 70% delle sue risorse idriche

Negli stati dell’Unione europea circa il 70% dell’acqua fornita alle città rischia costantemente di essere perse a causa di una rete idrica obsoleta e inadeguata. Una situazione che impone interventi urgenti e capillari poiché l’oro blu va considerato a tutti gli effetti “un bene pubblico e una risorsa condivisa dal genere umano”.

E’ la presa di posizione, netta e perentoria, espressa dalla commissione ambiente del Parlamento europeo in una risoluzione pubblicata lo scorso 4 giugno. Nel documento si chiede esplicitamente alla Commissione europea e agli Stati membri di impiegare nuovi meccanismi di prezzo sull’accesso all’acqua per garantire l’applicazione dei principi “chi inquina paga e chi usa paga mediante sistemi di tariffazione trasparenti finalizzati al pieno recupero dei costi”. La determinazione dei prezzi dovrebbe avvenire tramite procedure più eque che riflettano l’impatto ambientale del trattamento delle acque reflue. Alle istituzioni dell’Unione si chiede quindi di “garantire finanziamenti appropriati per gli impianti di trattamento”.

La commissione ambiente ha già avviato una serie di valutazioni finalizzate a monitorare lo stato di salute delle strutture idriche europee. Le verifiche costituiranno la base del “Piano per la salvaguardia delle risorse idriche europee” che sarà pubblicato a novembre e che rappresenterà la risposta politica dell’Ue alle sfide in materia di acqua. Si tratterà della pietra miliare su cui pianificare la tabella di marcia verso “un sistema efficiente nell’impiego delle risorse nel quadro della strategia Europa 2020”.

L’Europa, nella sua interezza, estrae soltanto il 13% della quantità complessiva disponibile di acque e le risorse idriche sono distribuite in modo molto disomogeneo nelle varie regioni del continente. Per questo “non è concepibile applicare una soluzione universale: le dimensioni regionale e locale devono essere rafforzate, gli attori e le comunità locali devono essere coinvolti nel processo di partecipazione a tutti gli stadi dell’ideazione e dell’attuazione delle politiche”.

Un altro passaggio fondamentale della risoluzione è il nesso tra energia e acqua. In base a un recente studio, effettuato dalla commissione ambiente, il settore energetico assorbe il 45% dell’estrazione delle risorse idriche nell’Ue. Secondo i relatori è di vitale importanza abbassare questa percentuale per evitare che si arrivi a un impatto ambientale insostenibile. In questo senso un contributo importante può arrivare dalle nuove tecniche e pratiche di irrigazione, soprattutto in considerazione del fatto che l’agricoltura assorbe circa il 33% dell’acqua utilizzata. “La misurazione e la progettazione ecocompatibile possono aumentare l’efficienza nei sistemi idrici pubblici e nel settore industriale”.

Rafforzare la dimensione internazionale degli interventi europei è un impegno ineludibile. A livello globale più di 800 milioni di persone utilizzano acqua potabile non sicura e “l’obiettivo dell’igienizzazione di base è lungi dall’essere raggiunto”. L’Europa deve quindi “impegnarsi a rafforzare i propri impegni, in particolare in vista della conferenza sullo sviluppo sostenibile Rio+20”.

Promuovere ricerca e innovazione può garantire un decisivo salto di qualità nel processo di sviluppo delle politiche idriche europee. La Commissione e gli Stati dovranno assumersi la responsabilità di mettere a disposizione adeguate risorse finanziarie che sostengano “progetti di ricerca sui sistemi per le acque pluviali, sulle tecnologie di misurazione, sui metodi per monitorare e rimuovere fonti di inquinamento e inquinanti chimici e biologici diffusi, nonché sulle tecnologie per il risparmio idrico e l’efficienza nelle aree urbane e rurali”.

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Le sfide che attendono il nostro continente sono molteplici ed è per questo che è sempre più forte la necessità di un maggior grado di integrazione in materia di acqua nella normativa a livello di Ue. Nell’ambito dell’elaborazione delle politiche agricole e di coesione “bisogna tener conto di una valutazione completa degli effetti sulle risorse idriche al fine di ottenere una concentrazione tematica dei finanziamenti per le problematiche legate all’acqua”.