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Ezio Bosso, il compositore che ha stregato Sanremo

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Sono stati sufficienti poco più di dieci minuti a Ezio Bosso per scrivere una delle pagine più belle del Festival della canzone italiana di Sanremo. Il compositore torinese, affetto dal 2011 da Sclerosi laterale amiotrofica, è stato ospite sul palco dell’Ariston ed ha eseguito al pianoforte la sua emozionante Following a Bird, estratto dal suo ultimo lavoro “The 12th room”.

Ma l’esecuzione del brano è stata solo il corollario alla scoperta di una persona magnifica, oltre alle sue già note capacità di compositore e pianista, che soprattutto grazie alle sue parole ha saputo incantare il pubblico presente e gli spettatori a casa. “La musica siamo noi - ha esordito, intervistato da Carlo Conti - La musica è una fortuna che condividiamo. Noi, pianisti e compositori, mettiamo le mani, ma la cosa più importante che esista è ascoltare. La musica è una vera magia, non a caso i direttori hanno la bacchetta”. Attualmente, la sua opera è eseguita a Londra: “La musica mi ha dato il dono dell’ubiquità - spiega - la mia musica adesso è a Londra, eseguita da un bravissimo direttore con il balletto più importante del mondo, insieme alla Scala. Come diceva il maestro Claudio Abbado, la musica è la nostra vera terapia”.

Bosso ha iniziato lo studio della musica a quattro anni con una prozia pianista. Si è formato poi a Vienna, sotto la guida di Streicher, Österreicher e Schölckner. Da anni è ormai considerato uno dei compositori e musicisti più influenti della sua generazione. Ha avuto esperienze nella musica pop, come bassista degli Statuto, ed anche nel cinema, sue le colonne sonore dei film di Gabriele Salvatores: “Io Non Ho Paura”, “Quo vadis, baby?” e “Il Ragazzo Invisibile”. Nel 2014 ha debuttato con la sua Fantasia per Violino e Orchestra alla testa della London Symphony Orchestra con Sergey Krylov al violino solista.

La sua forza l’ha portato a non cedere alla malattia, che è sopraggiunta a seguito di un intervento al cervello che - come ha raccontato a La Stampa nel 2013 - l’ha costretto ad affrontare una “storia di buio”.: “A un certo punto avevo perso tutto - aveva raccontato - il linguaggio, la musica: la ricordavo, ma non la capivo. Suonavo e piangevo, per mesi non sono riuscito a far nulla. La musica non faceva parte della mia vita, era lontana, non riuscivo ad afferrarla. Ho scoperto così che potevo farne a meno. E non è stato brutto. È stato diverso, è stata un’altra esperienza. Ho imparato che la musica è parte di me, ma non è me. Al massimo, io sono al servizio della musica”. Poi la ricostruzione, il lavoro con grandi sofferenze ed una nuova opportunità che l’ha portato a raccogliere successi internazionali e ad esibirsi ieri sul palco di Sanremo.

Prima di eseguire il brano al pianoforte, però, Bosso ha voluto ancora ricordare le motivazioni che sono alla base della sua ultima opera, “The 12h room” (la dodicesima stanza), che si rifà ad una teoria secondo la quale ognuno di noi attraversa 12 stanze nella propria esistenza. “Tendiamo a dare per scontato le cose belle, le stanze le abbiamo inventate noi per proteggerci - spiega il Maestro - In origine, la canzone era definita stanza, all’inizio i trovatori componevano stanze, non canzoni. A me piace curiosare e esplorare le cose che diamo per scontato. E a tutti capita di finire nella propria vita in una stanza buia, piccola. Ho voluto esplorare l’ultima stanza della vita, la dodicesima, che però in realtà non è l’ultima, ma quella nella quale siamo più disposti a ricordare la prima. Siamo pronti a ricominciare. Il titolo del brano che eseguo è un inno alla voglia di perdere. Seguendo quell’uccellino che volava mi sono perso ed è stato importante perdersi per imparare a seguire. Nessuno perde, perché a volte perdere non è un male: perdere i pregiudizi, perdere le paure ci avvicina”.

Dopo la toccante esecuzione del brano, il pubblico dell’Ariston ha tributato a Bosso una standing ovation, che Conti ha sottolineato essere “non solo all’artista, ma all’uomo”: Da parte sua, il compositore 44enne ha concluso esortando il pubblico: “Ricordatevi sempre, la musica, come la vita, si può fare solo in un modo: insieme. Ciao”.