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Fca riprende a salire. I richiami non spaventano gli analisti

In una giornata caratterizzata da bassi volumi di scambio e da movimenti molto contenuti per via della chiusura della Borsa londinese e di quella americana per festività, spicca tra le blue chips la buona performance di Fca. Il titolo, che mette a segno il secondo miglior rialzo del Ftse Mib, mostrando una maggiore forza relativa rispetto a quest'ultimo, viene scambiato negli ultimi minuti a 6,35 euro, con un progresso del 2,09%. Bassi i volumi di scambio, in linea con quanto accaduto sul mercato in generale, visto che fino ad ora sono passate di mano oltre 6 milioni di azioni, rispetto alla media giornaliera degli ultimi tre mesi pari a circa 19 milioni di pezzi.

Richiamati oltre 4,3 mln di veicoli nell'area Nafta

Fca risale la china dopo le vendite di venerdì scorso, quando la giornata si è conclusa con un ribasso di oltre un punto percentuale. Prima del week-end il titolo è stato penalizzato dalle notizie relative al richiamano di oltre 4,3 milioni di veicoli nell'area Nafta, ossia negli Stati Uniti, in Canada e in Messico.
Il gruppo ha fatto sapere che il richiamo più rilevante riguarda 4,3 milioni di vecchi modelli, prodotti tra il 2004 e il 2012, per sostituire i sistemi di gonfiaggio degli air-bag difettosi forniti da Takata (Francoforte: 7TK.F - notizie) .

Gli altri tre richiami riguardano 99 minivan Dodge Grand Caravan e Chrysler Town & Country del 2016 venduti in Usa e Canada per confermare il grado di tensione delle cinture della terza linea di sedili, 82 suv Jeep Cherokee 2016 per sostituire il semiasse e 16.549 Fiat (Hannover: FIA1.HA - notizie) 500e 2013-2016 per aggiornare il software di controllo.

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Le reazioni delle banche d'affari e le strategie sul titolo

La notizia dei richiami ha penalizzato Fca venerdì scorso, ma gli analisti non si mostrano preoccupati per questo.
Gli analisti di Equita SIM segnalano che diversi produttori di auto richiameranno in totale oltre 12 milioni di veicoli negli Stati per via dei difetti nell'airbag di Takata che rischia di esplodere con eccessiva forza.

Tra gli altri anche Fca ha deciso di richiamare volontariamente 4,3 milioni di veicoli, ma è difficile quantificare i costi che non sono saranno ribaltati su Takata. Secondo la SIM milanese dovrebbero essere già inclusi negli accantonamenti effettuati lo scorso anno, pari a 761 milioni di euro per future campagne di richiamo.
Non cambia la view di Equita SIM che su Fca mantiene una una strategia bullish con una raccomandazione "buy" e un prezzo obiettivo a 10,9 euro.

Ottimisti anche i colleghi di Mediobanca Securities secondo cui il titolo è destinato a sovraperformare il mercato con un target price a 10 euro. Gli analisti affermando che in base a quanto sanno, la maggior parte dei costi dei richiami dei 4,3 milioni di veicoli nell'area Nafta annunciati da Fca, probabilmente sarà carico di Takata, ossia il fornitore dell'airbag, motivo per cui non vedono alcun impatto rilevante dalla notizia per Fca.

A scommettere sul titolo è anche Icbpi che rinnova l'invito all'acquisto con un fair value molto interessante a 11,3 euro. Gli analisti fanno notare che la campagna di richiamo per gli airbag difettosi prodotto dalla giapponese Takata sta coinvolgendo quasi tutti i produttori automobilistici, tra cui anche Fca.

La notizia, per quanto negativa, era attesa secondo Icbpi, visto che lo scorso anno erano stati già annunciata oltre 17 milioni di richiami negli Stati Uniti da diverse case automobilistiche per lo stesso problema.

A ciò si aggiunga che Fca aveva già previsto questo onere tra gli accantonamenti straordinari effettuati negli ultimi tre mesi del 2015. Per questo motivo i richiami annunciato la scorsa settimana non avranno ulteriori effetti economici sul gruppo, ma solo finanziari, e gli stessi saranno diluiti da qui fino alla fine del 2019, senza dimenticare che gli obiettivi del piano industriale di Fca tengono già conto di ciò.

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